Assemblea a Ragusa: “Va tutelata la salute dei cittadini e il ruolo dei medici, la sanità non può essere il frutto di semplici calcoli economici”

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La grave crisi economica e sociale non ha risparmiato nemmeno il mondo sanitario, già interessato da una fase di profondo cambiamento. In questo contesto così fluido e al tempo stesso instabile, ci stiamo adoperando per contrastare la visione di una sanità esclusivamente economicistica, da molti, forse troppi, intesa come un costo da abbattere, dimenticando invece che si tratta di un investimento in salute da sostenere”. Con queste parole

Salvatore D’Amanti, presidente dell’Ordine provinciale dei Medici – Chirurghi e degli Odontoiatri, ha aperto la quarta assemblea del direttivo che si è svolta nei locali di Poggio Del Sole Resort a Ragusa. L’occasione, insieme alla vicepresidente Rosa Giaquinta, al segretario Mario D’Asta, al tesoriere Salvatore Cremona e ai componenti di tutto il direttivo, per potersi confrontare insieme ai numerosi medici presenti per affrontare le ragioni della sanità, rifiutandosi in modo corale di restare “spettatori passivi del penoso declino della sanità pubblica che è in atto”. Soprattutto al Sud, ha denunciato nella sua relazione il presidente D’Amanti, si registra un sottofinanziamento dei fondi sanitari regionali. “Tagli indiscriminati che peggiorano i dati di salute dei nostri cittadini e che lasciano abbandonate al proprio destino le fasce sociali più fragili e indifese. Il rapporto annuale Istat 2015 rileva che una grossa fetta della nostra popolazione non ha potuto fruire di prestazioni garantite dal servizio sanitario pubblico per motivi economici. Come professionisti della sanità siamo calati in una situazione di grave disagio nella quale i processi organizzativi sono spesso articolati in modo tale da svilire le competenze e mortificare il merito. E’ ben chiaro che le politiche attuali sono orientate a relegare ad un ruolo di subalternità l’autonomia tecnico-professionale alle ragioni della gestione economicistica”. In questi ultimi anni la fuga dei medici all’estero è aumentata in modo esponenziale. Si stima infatti che siano stati circa 2600 i giovani medici che hanno abbandonato l’Italia solo nel 2015 mentre negli ospedali non si assumono più medici a tempo indeterminato nonostante sia necessario il turn over. Il presidente D’Amanti nei giorni scorsi ha partecipato a Roma a vari incontro tesi a ribadire la piattaforma rivendicativa nei confronti del Governo nazionale dopo tra l’altro aver inciso su alcuni punti significativi come la richiesta di adeguati fondi nella legge di stabilità, le opportune modifiche del disegno di legge sulla riforma degli ordini professionali, la legge sulla responsabilità professionale, le competenze stesse dei medici, la formazione professionale. Il direttivo dell’Ordine provinciale si è in questi anni speso anche per numerosi aspetti legati al mondo della sanità iblea continuando ad essere punto di riferimento per tutte le varie problematiche oltre a progettare i futuri appuntamenti con il prossimo avvio di vari corsi di formazione. Durante la serata è stata colta l’occasione per assegnare un riconoscimento ad alcuni giovani neo medici (Davide Di Falco, Valeria Lo Magno, Roselisa Palma) e ai medici che hanno compiuto 25 anni dalla laurea (Gaetano Gibilisco) e 40 anni dalla laurea (Giorgia Avola, Salvatore Azzaro, Francesco Bagnato, Giuseppe Blundo, Giuseppe Bocchieri, Giovanni Antonio Busacca, Giuseppe Caccamo, Michele Campione, Francesco Dimartino, Salvatore Dipasquale, Raffaele Elia, Maria Angela Gianì, Michele Giovanni Giavatto, Carlo Giummarra, Rosario Gugliotta, Carmelo Iacono, Andrea Offerta, Salvatore Pace, Nunzio Perrotta, Giuseppina Pisani, Evangelista Sanzone, Giorgio Solarino, Santa Spadaro, Nunzio Storaci, Antonino Trovato, Salvatore Trovato)

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