Scicli. Eravamo andati da Carmelina Trovato per avere notizie sul quadro ed abbiamo sperimentato cosa vuol dire donare la vita per gli altri

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Si può guardare un’opera d’arte o lasciarsi guardare dalla stessa. Accostandoci all’opera di Renato Guttuso, realizzata a Scicli, è la seconda ipotesi che ha preso il sopravvento. Per noi, alunni e docenti della classe III TA dell’Istituto Q. Cataudella di Scicli (ITE indirizzo turistico), non si è trattato solo di valorizzare un quadro, conservato fino ad ora in una cassaforte del Comune, ma di molto di più. Abbiamo avuto la fortuna di entrare dentro una grande storia, parlando con Carmelina Trovato:

la protagonista che ha ispirato Guttuso. Impegnati nel progetto di Alternanza scuola lavoro, grazie ad una convenzione con il Comune di Scicli ed alla collaborazione dei funzionari dell’Ente, abbiamo scoperto che era stata realizzata, tra il 1947 e il 1948, da Renato Guttuso, un’opera che raffigura una donna, usando la tecnica della china su carta. I ragazzi hanno subito compreso che si trattava di qualcosa di importante ed hanno deciso di approfondire. Martedì 13 dicembre ci siamo recati nell’abitazione di Carmelina Trovato, per farci raccontare alcuni dettagli della realizzazione di quell’opera, ed abbiamo ricevuto un grandissimo regalo: una lezione di vita ricca di passione. L’ultimo regalo che Carmelina ha donato, perché dopo tre giorni è passata ad altra vita. Quando abbiamo appreso della triste notizia, non sono mancate le lacrime di qualche ragazza. La sensazione, per questi giovani alunni, è stata quella di aver ricevuto da questa straordinaria donna un “testimone”. In quelle poche parole dette martedì, in quei silenzi, negli sguardi e nei sorrisi che Carmelina, con naturalezza lasciva scorrere nel viso provato dal tempo e dalle condizioni di salute, era evidente che ci comunicava cosa vuol dire, oggi, vivere per gli altri, praticare la gratuità, il dono e l’interesse per l’umano. Non potevamo immaginare che quella donna, si stava preparando a passare ad altra vita portando con sé l’impegno, le battaglie a difesa dei più bisognosi e l’amore per gli altri. Lasciando, su questa terra, pochi beni materiali e tanti amici. Ci ha parlato, con semplicità, dell’incontro con Guttuso, con Pasolini. Da noi sollecitata ci ha detto che il grande artista ha realizzato uno schizzo (lo stesso che ha usato per poi creare l’opera) su una scatola di fiammiferi. Le ultime parole che ci siamo dette con Carmelina hanno riguardato la situazione politica di Scicli. Quando abbiamo parlato del nuovo sindaco Enzo Giannone, i suoi occhi si sono illuminati. A catturare la nostra attenzione, dopo l’incontro con questa grande donna, sindacalista e personaggio di spicco della politica, sono state due grandi domande. Come si fa a vivere così, a donare completamente il proprio tempo agli altri? Può la scuola, oggi, guardando questa storia, riuscire a proporre un’ipotesi di significato da verificare nel confronto con il reale? Carmelina, con la semplicità e la sicurezza di chi ha potuto sperimentare la gioia del dono disinteressato, ci ha condotti in un viaggio nell’affascinante mondo della passione e della difesa dei diritti civili. In questa attività è riuscita ad evitare almeno due scogli: il preconcetto di considerare gli altri il problema e l’arroganza di fornire soluzioni pronte per l’uso. La navigazione tra giudicare e decretare è rischiosa, almeno quanto lo era per gli antichi quella fra Scilla e Cariddi. Una navigazione divenuta ancor più problematica guardando la realtà che ci circonda. Siamo andati da Carmelina per avere ulteriori notizie sul quadro ed abbiamo scoperto che ci comunicava qualcosa di molto più importante: che l’unica cosa reale di questa vita è l’amore, reale perché amando diventiamo reali e facciamo diventare reale ciò che amiamo. C’eravamo dati appuntamento, per portare una riproduzione del quadro, e ora dobbiamo fare i conti con il fatto che questo non sarà più possibile. La consolazione, che non si basa quindi sul sentimento, è quella di sapere che il destino di Carmelina si è compiuto. Con la sua morte, ha compiuto un grande gesto di amicizia per noi, perché ci ha messi tutti davanti all’eterno. La morte non è l’ultima parola sulla vita. E’ una circostanza, dura e spiacevole, che ci richiama al fatto che la vita, l’esistenza tutta, è potentemente altro rispetto alle nostre capacità. Senza amore tutto tende al nulla e alla distruzione. In questo mondo in cui si è pronti a tutto per allungare la vita e riempirla di beni materiali, è forse il caso di provare ad allargarla, servendola e regalandola agli altri come ha fatto questa donna.

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