Ragusa, “Il volo” di Mario tra le farfalle delle sue opere”

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Mario era lì con i suoi affetti più cari: Antonella e Valentina, le figlie, con sua moglie Maria e il piccolo Giovanni, suo nipote. Ma anche tanti amici e parenti e tutto il personale della SUAP dell’Asp, guidata da Giovanni Ragusa.

Il direttore generale, Maurizio Aricò, con la voce rotta dall’emozione ha voluto tributare a quest’uomo tutto il suo sentimento di apprezzamento per la forza che mette nell’affrontare la malattia. Le opere di Mario narrano questo periodo della sua vita come un diario. Un viaggio che lo ha portato a vivere esperienze molto intense e a darci delle risposte sull’esistenza. «Il titolo dell’album “Groviglio di pensieri” – ripete Aricò – dice cosa c’è davvero in quel groviglio in cui noi non riusciamo a vedere più di tanto. Certamente, lui Biagio, vede molto più di quello che noi siamo in grado di leggere. Il suo quadro “Farfalla” mi saluta tutte le mattine quando arrivo in ufficio e mi ricorda che un uomo in difficoltà, uno che molti sarebbero pronti a dire che “non ha più molto da dire, ha generato un quadro che mi trasmette sensazioni e messaggi pieni di significato, tutti i giorni.» Continuando Aricò – «persone come Biagio, che hanno fatto cammini assolutamente normali fino a quando un petardo irrompe nella ruotine dell’esistenza quotidiana e l’ avvia su un binario secondario e sempre più faticoso.»

Antonella, figlia di Biagio e curatrice dell’album, ha voluto ringraziare tutti i partecipanti e coloro che, a vario titolo, si sono adoperati per la realizzazione di un momento davvero speciale per il suo papà e per tutta la sua famiglia. «Papà – ha detto Antonella – nella sua “prima” vita, in salute, con le gioie e i dolori dell’esistenza media è stato abile con le mani, prediligendo il figurativo e la ritrattistica nel continuo inseguire la bellezza del Creato in un tramonto o un viale alberato. Ma ha avuto l’opportunità, rara e terribile, di “sperimentare la morte da vivo”, come egli stesso ha avuto modo di dire, e di rinascere dunque dal dolore, in una nuova forma, quella del bozzolo che attende di rilevarsi in una farfalla che non può essere vista da tutti. “Non si vede che con il cuore”.»

Mario ha affidato la speranza di una vita serena agli unici travagliati movimenti che la malattia ha lasciato alle sue dita. La tela è stata fornita dall’accorata cura della struttura che gli ha messo a fianco l’animatrice, Mimma Campailla, che con entusiasmo gli ha “passato i colori”

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