Hiv, nelle farmacie sono disponibili i test fai-da-te. La rubrica del dottore Federico Mavilla

federico mavilla

Non so quanti di voi hanno letto o hanno visto in televisione il messaggio che invita a sottoporsi al test per verificare l’eventuale contatto che si è potuto avere con il virus HIV.
L’iniziativa è stata lanciata in Europa nel 2013 per aiutare più persone possibili a prendere consapevolezza del proprio status sierologico per quanto riguardava l’epatite e cosi migliaia di persone, oggi, sono consapevoli del proprio status relativo all’epatite.

Questa nuova iniziativa, dedicata alla prevenzione dell’HIV, si propone come obiettivi di incoraggiare le persone a rischio HIV ad effettuare il test; incoraggiare gli operatori sanitari a offrire un test HIV come parte di routine delle cure; supportare e unire le organizzazioni in giro per il mondo; rendere più organismi governativi possibili a conoscenza dei benefici sociali ed economici dei test.
Oggi, almeno una su tre delle 2,5 milioni di persone che vivono con l’HIV in Europa sanno di essere positivi al virus. Per la metà dei pazienti con infezione da HIV, invece, la diagnosi arriva in ritardo.
Perché il test è importante? È naturalmente meglio per le persone a rischio HIV conoscere il proprio status nel più breve tempo possibile. Oggi, infatti, i progressi delle cure per l’HIV dimostrano che le persone contagiate possono vivere in modo sano per molto tempo se diagnosticate in fretta e possono essere curate.
Le persone che hanno ricevuto una diagnosi di HIV in ritardo hanno meno probabilità di rispondere bene alle cure e più probabilità di avere complicanze per la salute. Inoltre, un ritardo nelle cure rappresenta anche un costo importante per il sistema sanitario. L’AIDS è la sindrome provocata dal virus HIV e comporta un drastico abbassamento delle difese immunitarie nell’individuo infettato.
A chi è indirizzato il test? Gli enti governativi, gli operatori sanitari e le organizzazioni della società civile. Questi, infatti, possono contribuire a promuovere il test e l’accesso tempestivo alle cure.
I soggetti più a rischio HIV , a cui quindi è consigliato accedere al test sono gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini; le persone che si iniettano droghe; i lavoratori del sesso (come le prostitute); i migranti e le popolazioni mobili; i carcerati; i transgender.
Già introdotto in Francia e nel Regno Unito, l’autotest è stato distribuito nelle farmacie italiane da una nota azienda farmaceutica ed è disponibile senza necessità di ricetta medica, per tutti i cittadini maggiorenni. Uno strumento, quindi, molto utile per combattere il fenomeno delle diagnosi tardive da HIV, che in nel nostro Paese conta da 6.500 a 18.000 persone non diagnosticate in tempo. Una scelta che mira diminuire il rischio di diffusione del virus per la collettività e a intercettare tutte quelle persone che non se la sentono di recarsi nelle strutture preposte per fare i test dell’HIV.
Ecco perché il 30 novembre l’Oms ha deciso di raccomandare l’auto test per l’HIV “come modo innovativo per raggiungere più persone con HIV e contribuire a realizzare l’obiettivo mondiale, lanciato nel 2014, di rendere consapevole del loro stato il 90% di tutte le persone con HIV entro il 2020”.
L’acquisto del test avviene contestualmente alla consegna da parte del farmacista di materiali informativi per una maggior sensibilizzazione, fondamentale in un Paese dove solo il 43% delle persone è risultata consapevole dell’importanza di un’azione tempestiva, perché la cura dell’infezione da HIV sia efficace.
Ad oggi la sieropositività non è più una condizione che comporta la morte e la possibilità di acquistare un test direttamente in farmacia darà questa più possibilità anche a chi per questioni di privacy non vuole rivolgersi ai servizi sanitari o ai laboratori privati. Bastano 5 minuti
L’autotest costa 20 euro e richiede solo 5 minuti per essere eseguito. Per farlo basta un prelievo di sangue dal polpastrello e un’attesa di 15 minuti per leggere il risultato. Fondamentale è però rispettare il cosiddetto “intervallo finestra” che intercorre tra il momento del presunto contagio e la produzione di anticorpi che segnalano la presenza del virus. Bisogna quindi aspettare 90 giorni prima di fare l’autotest per l’HIV, che però sicura anche la massima attendibilità nella rilevazione dell’infezione (di poco inferiore al 100%) In rari casi è possibile che risulti una falsa positività al virus, ossia che venga rilevata un’infezione in realtà non presente. Ecco perché in caso di test positivo è sempre necessario consultare immediatamente un medico e ripetere l’esame presso una struttura sanitaria e/o un laboratorio di analisi.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa