Presentato a Vittoria il Movimento Sviluppo Agricolo: “Ecco le cinque linee guida lungo le quali ci muoveremo per cercare di risollevare il comparto dalla crisi in cui si trova”

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Sono cinque i punti che caratterizzano la piattaforma rivendicativa del neonato Movimento Sviluppo Agricolo. Ad illustrarne i contenuti, sabato pomeriggio, nel corso di un incontro a cui hanno partecipato una quarantina di operatori del comparto, il responsabile di questo nuovo gruppo, Giovanni Palomba. C’era anche il vicesindaco di Vittoria, Andrea La Rosa

(assieme ai consiglieri comunali Daniela Pino e Gaetano Motta), in qualità di presidente del movimento politico Sviluppo Ibleo il quale ha precisato che Msa nasce proprio da una esigenza manifestata all’interno di Sviluppo Ibleo per fare in modo che le problematiche che attanagliano il comparto potessero essere affrontate con dovizia di particolari e nella maniera più completa possibile. Palomba ha dunque spiegato quali sono i punti che costituiranno il punto di riferimento primario per l’azione del movimento: la valorizzazione dei prodotti locali unitariamente alle strategie di marketing; i processi di aggregazione; l’importanza della formazione per gli agricoltori; la creazione dello sportello per l’agricoltura; la convenzione con i centri analisi presenti sul territorio della fascia trasformata. “Abbiamo ritenuto opportuno cristallizzare alcune linee guida – sottolinea Palomba – perché secondo noi ci sono punti imprescindibili che occorre concretizzare per fornire dei riscontri immediati alle necessità degli operatori di un comparto ormai in ginocchio e che ha bisogno di risvegliarsi. Ringraziamo il vicesindaco La Rosa che ci sta seguendo lungo questo percorso accidentato. Abbiamo già chiesto un incontro con il sindaco Moscato per illustrargli più nel dettaglio quali sono le nostre intenzioni. Ci aspettiamo la massima collaborazione perché soltanto attraverso la creazione delle dovute sinergie potremo puntare a ottenere quelle risposte che tutti si attendono. E’ un momento delicato, lo sappiamo. Ma non possiamo girarci dall’altra parte o, peggio ancora, aspettare che accada il peggio. Dobbiamo guardare al futuro e cercare di costruire le migliori opportunità per sviluppare i percorsi necessari a evitare che il grande patrimonio agricolo costruito dai nostri padri vada disperso”.

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