Sequestrato il depuratore di Chiaramonte Gulfi

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Il Gip del Tribunale di Ragusa ha sottoposto a sequestro preventivo l’impianto di depurazione del Comune di Chiaramonte Gulfi di Contrada Piano dell’Acqua.
Un provvedimento disposto su richiesta della Procura di Ragusa, a seguito delle indagini dell’Unità Operativa 1 del Nucleo ambientale della Polizia Provinciale che arriva a distanza di alcuni mesi dall’esposto presentato dal comitato “Difendiamo l’Ambiente”,

rappresentato da Lorenzo Cascone, Salvina Ferlito di FdI e da NCD e avente ad oggetto l’emergenza depurazione delle acque reflue nel Comune di Chiaramonte, ignorato dalle amministrazioni che nel tempo si sono avvicendate ma che, purtroppo, allarma da anni i cittadini.
Le verifiche effettuate negli anni e l’esito delle analisi di laboratorio compiute dall’ARPA hanno consentito di accertare carenze oltre che all’impianto di Piano dell’Acqua anche ai depuratori di Roccazzo e di Morana che, dopo il processo di depurazione, scaricano i reflui rispettivamente nel torrente Para Para e nel Torrente Morana.
Infatti, i risultati di alcuni campionamenti effettuati nel 2015 nell’impianto di Morana hanno rilevato l’esistenza di valori di “escherichia coli” (batterio comunemente presente nelle feci) anche 300 volte superiori al limite massimo consentito; invece nell’impianto di Roccazzo i valori di azoto ammoniacale sono risultati fino a 2,2 volte superiori alla norma, mentre quelli del macro descrittore come il Bod5, che indicano il contenuto di materia organica biodegradabile, addirittura fino a 2,4 volte superiori ai limiti della soglia.
Il giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo dell’impianto di Piano dell’Acqua che, tuttavia, non verrà bloccato del tutto poiché la gestione e l’uso dello stesso verranno affidati, non più all’amministrazione locale, ma direttamente all’ARPA di Ragusa, che dovrà assicurare il funzionamento del depuratore secondo le norme. Il sequestro dell’impianto di Piano dell’Acqua chiude la prima parte della vicenda, ma dovrebbe aprire la questione di eventuali responsabilità penali degli attori coinvolti nella cattiva conduzione anche degli impianti di depurazione di Morana e di Roccazzo.
Inoltre, la Provincia Regionale di Ragusa su segnalazione dell’ARPA e in ottemperanza alle norme ambientali previste dal D.L. 152/2006 potrebbe infliggere al Comune tante sanzioni amministrative (di 3.150 euro ciascuna) per ogni qualvolta i valori rilevati nel campionamento delle acque sono risultati superiori ai limiti consentiti. Sta di fatto che, per gli anni 2013 e 2014, il Comune ha già pagato 6.322,31 euro di multe e, per gli anni 2015 e 2016, il costo delle multe potrebbe essere addirittura più salato.
“Da questa vicenda – spiega Cristian Gatto di Area Popolare – emerge non solo un danno economico di decine di migliaia di euro ma un allarmante quadro d’inquinamento alle matrici ambientali, di deterioramento e compromissione del corpo idrico superficiale, di uno stato di degrado e di alterazione dell’ambiente naturale che si protrae dalla fine degli anni novanta ad oggi. E se a ciò aggiungiamo il fatto che i finanziamenti europei per i nuovi impianti di fitodepurazione giacciono da anni inutilizzati alla Regione lo sconforto lascia il posto alla rabbia”.

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