TRIBUNALE DI MODICA, MOZIONE DI INDIRIZZO PRESENTATA DALLA SENATRICE VENERA PADUA E DA ALTRI 29 COLLEGHI

Tribunale di Modica

“Vi sono strutture dove appare palese che la riforma della geografia giudiziaria non ha portato i benefici sperati, palesando invece, al netto delle buone intenzioni, l’affiorare di evidenti criticità logistiche, con ripercussioni negative da un punto di vista economico od organizzativo”. Lo dice la senatrice Venera Padua nella mozione di indirizzo sul Tribunale di Modica che è stata presentata ieri al Senato della Repubblica. Mozione di indirizzo, con Padua prima firmataria assieme ad altri 29 colleghi, per impegnare il Governo “a valutare gli esiti dei processi di accorpamento delle sezioni distaccate e delle sedi di ex tribunali dismessi” e “ad adottare opportuni provvedimenti normativi correttivi volti a permettere, previa apposita valutazione dei singoli casi, delle strutture attualmente in uso e di quelle effettivamente fruibili ai fini del risparmio della spesa pubblica connesso alla maggiore efficienza e qualità dei servizi erogati, la fruizione dei locali e degli uffici nuovi o ristrutturati delle strutture giudiziarie accorpate nell’ambito della riforma della geografia giudiziaria”.
Nella mozione si rileva che “la politica di revisione giudiziaria è stata basata sui criteri della razionalizzazione della spesa pubblica e dei tribunali stessi, finalizzata a realizzare risparmi di spesa ed incremento di efficienza; tuttavia – aggiungono i trenta senatori firmatari del documento parlamentare – almeno per talune strutture giudiziarie presenti sul territorio nazionale, appare evidente come non si sia tenuto in debito conto della situazione infrastrutturale esistente, essendo stati chiusi uffici di sedi nuove o ristrutturate di tribunali accorpati per i quali la logica della cosiddetta spending review, connessa all’incremento dell’efficienza e dei servizi, non sembra aver trovato luogo; tale considerazione vale, ad esempio, per le ex sedi di tribunali quali Modica, Bassano del Grappa o Chiavari”. In merito al tribunale siciliano, viene fatto rilevare “come l’immobile ove oggi ha sede il tribunale di Ragusa (accorpante quello di Modica e la sezione distaccata di Vittoria) è strutturalmente inadeguato a far fronte alle gravose sopravvenienze conseguite al suddetto processo al punto che, al fine di dare risposte alle nuove domande di giustizia, il Comune di Ragusa ha dovuto indicare un’altra struttura, il palazzo ex Ina, ai fini dell’utilizzo di locali per le funzioni giurisdizionali. Al contempo, però, si è rinunziato ad utilizzare in via definitiva l’esistente palazzo di giustizia dell’ex tribunale di Modica, ultimato nel 2004, con un costo di circa 12 milioni di euro, posto nelle vicinanze della principale arteria di viabilità (Ss 115) e realizzato proprio per tale destinazione; nella sostanza è stata chiusa, priva finora di alcuna destinazione d’uso, una sede moderna, funzionale, antisismica, attrezzata con un grande parcheggio, servita da tutti i più avanzati impianti tecnologici e telematici e nella condizione di ospitare al meglio le funzioni giudiziarie del territorio. Fra l’altro – continua la mozione – sia la sede centrale del Tribunale di Ragusa, che l’altra acquisita successivamente (ex palazzo Ina), sono state recentemente interessate da crolli di calcinacci o di pannelli dai soffitti, che hanno imposto nuovi e urgenti interventi, anche di manutenzione straordinaria (copertura dell’ampio lastrico solare con pannelli) ancora in atto, nonché ulteriori impegni di spesa. In via generale l’adeguamento di altri immobili alle nuove finalità ha prodotto spese rilevanti e nuovi costi per servizi di guardiania (circa 370.000 euro), climatizzatori (300.000 euro), spese di manutenzione e straordinarie (150.000 euro), pulizie e materiali di consumo (300.000 euro) e nuovi canoni di locazione (circa 111.000 euro): il totale delle spese è quantificabile in circa un milione e trecentomila euro l’anno; l’utilizzo della seconda struttura per le funzioni del tribunale ragusano impone, quindi, costi annui di gestione, ordinari e straordinari, che sarebbero risparmiati consentendo l’utilizzo degli uffici modicani, stante l’ottica della permanenza nel territorio di un solo presidio di giustizia nell’ambito dell’esigenza di contenimento delle spese”.
La senatrice Padua chiarisce: “Il caso di Modica, ma non solo, rappresenta un esempio eclatante di come occorra attentamente valutare le esigenze della funzionalità e dell’organizzazione nell’ottica del più generale obiettivo del risparmio della spesa pubblica, principio guida delle decisioni prese con la legge 148 del 2011, e di maggiore efficienza di giustizia in quanto appare difficilmente giustificabile la scelta di non servirsi di strutture ed uffici nuovi o ristrutturati di recente; il palazzo di giustizia già a servizio del Tribunale di Modica, distante da Ragusa appena 14 chilometri, è una struttura moderna, funzionale, antisismica, la quale, paradossalmente, rischia di essere destinata, pur nel gravissimo momento economico e sociale, all’abbandono ovvero ad un utilizzo improprio, ben diverso dalla sua originaria destinazione, che imporrebbe ulteriori costi”.

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