Crocetta: “La macchina amministrativa del comune di Scicli risponde a infiltrazioni mafiose”. Ferro sulla vicenda

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Gli ispettori del ministero dell’Interno hanno rilevato che una parte della macchina amministrativa del comune di Scicli risponde a infiltrazioni mafiose, altre anomali sono state riscontrate nella gestione dei rifiuti con proroghe senza gare e con elementi mafiosi che hanno imposto assunzioni e lavori. Lo dice il governatore Rosario Crocetta che ha partecipato al Consiglio dei ministri. La decisione di sciogliere il comune

è stata assunta nonostante l’imminenza delle elezioni per il rinnovo degli organismi (il 31 maggio) «perchè – spiega Crocetta – c’era il pericolo di continuità con l’amministrazione precedente». «Mi spiace che a Scicli non si andrà a votare – sostiene Crocetta – e che non sia stata colta l’occasione per chiudere col passato. Il Megafono e altri avevano dato disponibilità a candidare un esponente delle forze dell’ordine, se altri partiti avessero avuto il coraggio si sarebbe evitato lo scioglimento. Adesso spero che il commissariamento cambia le cose».

Il presidente del Consiglio Comunale di Scicli,   Guglielmo Ferro, esprime il proprio sentimento di dolore per la Città.
“E’ un sentimento della medesima natura di quello che sedici mesi fa mi spinse ad imbarcarmi nell’avventura della seconda giunta Susino.
Allora non avevo velleità personali di potere esattamente come oggi non tenevo per andare alle elezioni allo scopo di candidarmi: in tanti sanno che, per ragioni di natura strettamente privata, non avevo nessuna intenzione di ricandidarmi, almeno non questa volta. E comunque, se anche avessi voluto, tale eventualità non rappresentava certo una ragione di vita.
Nel gennaio ‘14 non mi premeva di certo la sopravvivenza politica di Susino: che un naufragio politico sfociasse nelle dimissioni del suo titolare era, anzi, la cosa più logica e naturale del mondo. Ma nel gennaio ’14 il baratro finanziario era l’unica possibilità che si spalancava per la Città: molti fingono di ignorare la drammaticità di tale evenienza che avrebbe visto seguire al fallimento del Comune quello esistenziale dei dipendenti che sarebbero stati mandati a casa e quello economico dei fornitori (in gran parte aziende di nostri concittadini e datori di lavoro di nostri concittadini) che avrebbero “scritto nel ghiaccio” i crediti verso l’Ente.
Per questo mi sento di poter dire, con convinzione, che allora ho fatto la scelta giusta, poi confortata dai fatti, e che oggi il tribunale per me più importante, quello della mia coscienza, mi fa sentire su un livello di grande superiorità morale rispetto a chi, in questo momento, per meschino calcolo personale, gioisce del fango irrimediabilmente piovuto sull’intera Città.
Pur nel profondo sconforto di questo momento, spero ed auguro alla mia amata Città ed ai nostri ragazzi che in questa terrà hanno il diritto di vivere e realizzarsi senza bisogno di dover fuggire, che questa sciagura non abbia conseguenze irrecuperabili”.

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