La sicurezza al Tribunale di Ragusa(sic). “Il silenzio degli innocenti”. Lettera dell’avvocato Scarso

carmelo scarso

Dissi e scrissi che il silenzio sarebbe calato sulla incresciosa vicenda dei crolli o cadute di calcinacci, che dir si voglia, dentro i plessi giudiziari di Ragusa.
Era pensabile che questi campanelli d’allarme avessero un seguito in termini di verifiche anche strutturali degli edifici. Ma nulla di tutto questo è stato fatto o comunque nulla è dato sapere. Solo silenzio.

Era pensabile che venisse acceso il riflettore sulla sicurezza dei dipendenti giudiziari, che si trovano più di ogni altro, a vivere le preoccupazioni delle imprevedibili sollecitazioni ambientali e meteorologiche. Solo silenzio.
Era pensabile che venissero assicurati tutti gli operatori della giustizia circa i provvedimenti riparatori e soprattutto circa la esclusione di ulteriori pericoli, ancorché ordinari per le cause assolutamente ordinarie che li hanno trasformati in dannose conseguenze. Solo silenzio.
Era anche pensabile che tutti, magistrati, avvocati, funzionari, impiegati e utenti, facessero sentire la loro voce per denunciare il precario stato logistico degli Uffici Giudiziari, per pretendere, come è loro diritto, interventi rassicuranti e risolutivi, ma nessuno, per quanto è dato sapere, ha elevato una voce, una protesta, una richiesta di chiarimento (per molto di meno si chiedono furenti spiegazioni). Niente di tutto ciò. Solo silenzio.
A questo punto non possiamo che prendere atto che una cappa di silenzio ammorba tutto l’ambiente. Se chi ha diritto di chiedere, non chiede; di fare valere fondamentali diritti alla sicurezza del posto di lavoro, non li fa valere; di frequentare ambienti pubblici salubri e privi di pericoli per l’incolumità personali, tace, è di tutta evidenza che qualcosa non va.
Io non so quali siano le reali cause che hanno determinato questo clima fatto di insolito e sospetto silenzio, assolutamente ingiustificabile nei templi della Giustizia.
Conclusione: il silenzio di chi non sa, è solo silenzio; il silenzio di chi non sa, ma dovrebbe sapere, è collusione (tecnicamente concorso); il silenzio di chi sa e tace, è omertà.

Avv. Carmelo Scarso

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