Diritti e Lavoro. Una delegazione della Fiom di Ragusa alla manifestazione nazionale

foto

Anche una delegazione della Fiom di Ragusa era presente sabato 28 marzo alla manifestazione indetta dalla Fiom “Unions Diritti, Lavoro, Democrazia”.
Dopo la grande manifestazione di San Giovanni del 25 ottobre, lo Sciopero generale del 12 dicembre e le mobilitazioni delle categorie del pubblico impiego, del settore alimentare e dei bancari, anche i metalmeccanici della Cgil sono scesi in piazza per chiedere un cambio di direzione delle politiche economiche e sociali del governo.

Non va il Jobs Act, non va il sistema pensionistico troppo rigido, non va il mancato rinnovo dei contratti, non vanno le crescenti disuguaglianze del Paese non ci stancheremmo di denunciarlo e di percorrere tutte le strade per modificare questa situazione.
Metteremo in campo azioni contrattuali nei luoghi di lavoro per far sì che le nuove assunzioni a tutele progressive abbiano l’estensione dei diritti previsti per i vecchi Ccnl, e che quindi lo Statuto dei lavoratori non venga progressivamente cancellato”.
Dagli interveti che si sono susseguiti dal palco fino all’intervento conclusivo di Landini le richieste al governo sono chiare: Cambiare il Jobs act; cambiare la riforma Fornero attraverso una riduzione drastica dell’età pensionabile, 62 anni deve essere l’età di uscita senza penalizzazioni, così come bisogna ripristinare le pensioni di anzianità, a partire dai lavori più pesanti; riformare degli ammortizzatori sociali perché si vada a un’estensione della cassa integrazione ordinaria e straordinaria a tutti i settori.
Infine va messa in campo la decisione della Cgil di costruire un Nuovo Statuto dei Lavoratori, attraverso un coinvolgimento che riguardi tutte le forme di lavoro, non solo quello dipendente: deve essere di nuovo sancito il principio che, a parità di lavoro, deve corrispondere parità di diritti e retribuzione.
Per far questo verrà avanzata una proposta di legge d’iniziativa popolare, i cui contenuti verranno costruiti raccogliendo le firme, sottoponendoli a consultazione straordinaria di tutti gli iscritti e, se è il caso, ricorrendo anche al referendum abrogativo.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa