Ragusa. Giovani Medici, specializzazioni: continue promesse disattese

medico

Dopo l’ultimo comunicato del Ministero dell’Istruzione e dell’Università riguardo il futuro concorso nazionale per le scuole di specializzazione di area medica, che viene prospettato per questa estate, ritorna l’attenzione da parte dei Giovani Medici verso le parole del Ministro, Stefania Giannini, la quale, in occasione dell’ultimo que-stion time in Parlamento, disse: “

Non ho dubbi che rispetteremo la scadenza del 28 febbraio e, di conseguenza, la prova sarà entro Aprile”. Anche in provincia di Ra-gusa, la sezione del Segretariato Italiano Giovani Medici, è incredula nel constatare l’ennesima ed ancor più sconcertante, a ragion degli episodi riferenti allo scorso concorso, disattesa che il MIUR sta consumando nei confronti della classe medica. “È inammissibile – dice il Presidente del SIGM Ragusa,  Giovanni Adamo – che si continui a dare speranze che poi vengono continuamente disattese nei tempi e nelle modalità. La specializzazione è una tappa formativa imprescindibile per il medico e di conseguenza per il servizio sanitario, che non può essere demandato a continue improvvisazioni e mutamenti nella sua gestione a monte”.

Ma quello che rende i Giovani Medici di Ragusa, insieme a tanti colleghi d’Italia, ancor più attenti è la proposta che le Regioni hanno inviato al Governo riguardo il cosiddetto doppio canale per le specializzazioni. “Non vogliamo prendere una posi-zione negativa a priori su una proposta, che ci auguriamo possiamo analizzare più nei dettagli – continua Adamo -, ma si possono ravvedere già delle falle parti-colarmente evidenti sul concetto della formazione nelle strutture del servizio sani-tario regionale. Prima di tutto, l’equiparazione del medico in formazione ad una classe di dipendente diversa da quella dello specializzando che oggi lavora nelle corsie dei Policlinici Universitari. Se a ciò si aggiunge che ancora non si conoscono le modalità di accesso alla formazione specialistica regionale e quali saranno le strutture territoriali d’elezione in cui formare i futuri specialisti, si capisce in quali termini di poca chiarezza parte della nostra classe professionale si ritrova a vivere nel quotidiano”.

“Per questi motivi incontreremo i rappresentanti istituzionali della sanità locale e regionale per capire quali sono le linee guida che la Regione vuole adottare in merito alla possibile rete formativa regionale, nella consapevolezza che il confronto porta sempre ad una crescita comune. Speriamo, inoltre, che l’istituzione di questo doppio binario formativo non sia solo un modo per sopperire al deficit di organico che i nostri nosocomi stanno enormemente soffrendo. Quello stesso deficit che è stato determinato da continui sperperi e che rappresenta la principale causa di blocco delle assunzioni in campo sanitario. In questo caso – conclude Adamo – sarebbe l’ennesimo errore politico – gestionale in sanità, perché oggi più che mai servono specializzandi, ma anche medici di medici generale e specialisti nei presidi ospedalieri di provincia. A questo si deve guardare e non solo al mantenimento di palazzi che si stanno impoverendo di personale”.

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