RAGUSA. REGISTRO UNIONI CIVILI, MARIO CHIAVOLA: “ATTENZIONE A UNO STRUMENTO CHE RISCHIA DI ALIMENTARE ULTERIORE CONFUSIONE NELL’AMBITO GIA’ MOLTO COMPLESSO DEI NUCLEI FAMILIARI. CHI APPROVERA’ VALUTI LE CONSEGUENZE”

Mario  Chiavola“Sono rimasto basito dal fatto che un passaggio epocale di tale portata per la nostra città, sia stato incassato senza colpo ferire, senza lo straccio di un commento da parte di istituzioni religiose, associazioni, partiti politici, organismi di vario tipo. E’ proprio vero che la crisi economica sta narcotizzando tutti”. E’ quanto sostiene il presidente dell’associazione “Ragusa in Movimento”, Mario Chiavola, a proposito dell’adozione, da parte della Giunta municipale, del registro delle Unioni civili. La delibera dovrà ora essere esaminata ed eventualmente adottata dal consiglio comunale. “L’istituzione di questo registro – chiarisce Chiavola – non è altro che un modo per regolamentare la convivenza tra due persone legate da un vincolo sentimentale. A queste l’amministrazione comunale fornisce la possibilità di accedere ai benefici in materia di diritto della casa e di servizi sociali, ponendo in luce, così, più i diritti che i doveri, favorendone pertanto lo sviluppo e mettendole in competizione con la famiglia creatasi per mezzo dell’istituzione del matrimonio, a cui allo stato attuale sono già destinate risorse molto limitate, o addirittura nulle. Di conseguenza ciò alimenterà il rifiuto del matrimonio, che come sappiamo oltre ad essere un vincolo morale e materiale implica tutta una serie di diritti e di doveri nei confronti della comunità, a favore invece di un “contratto alternativo” che ne assicura solo le protezioni che ne derivano. Stiamo parlando, ad ogni modo, di un regolamento che rischierebbe di scontrarsi con la fonte principale rappresentata dall’ordinamento giuridico nazionale”. Ma ci sono anche altri aspetti da prendere in considerazione. Chiavola, infatti, aggiunge: “Questo regolamento comunale creerà sicuramente ulteriore disordine e confusione dal punto di vista fiscale, previdenziale, sociale ma in particolare influirà negativamente sull’istituzione della famiglia, cellula primaria della società, causando la sua conseguente devalorizzazione, soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo in cui a vincere è l’interesse economico del singolo sul bene etico sociale della collettività. Mi auguro, pertanto, che il suddetto regolamento non divenga un incentivo a determinati tipi di convivenze fittizie per finalità puramente materiali. Le amministrazioni comunali non debbono fondare queste battaglie su vaghi principi ideologici per celare possibili carenze della politica cittadina. Il consenso non si alimenta tramite finte battaglie perbeniste che peraltro andrebbero soltanto ad intaccare la società nelle sue fondamenta costitutive”.

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