Morte cerebrale per l’ispicese che si era sparato alla tempia. Donati gli organi

sala operatoriaPrelievo di organi nella notte tra giovedì e venerdì all’Ospedale Maggiore di Modica, dopo che era stata dichiarata la morte cerebrale di Michele Monaca, il 36enne elettricista di Ispica, che la scorsa settimana si era sparato un colpo alla tempia con la sua pistola regolarmente detenuta, in preda allo sconforto della crisi di lavoro. I familiari, infatti, hanno coraggiosamente acconsentito alla donazione degli organi che daranno vita a diverse altre persone. Fegato, pancreas, rene, cuore e cornee sono stati prelevati dall’equipe medica coordinata da Santo Milardi, e trasferiti nel corso della notte nei diversi centri siciliani. Nel pomeriggio la commissione per l’accertamento della morte cerebrale(il medico legale Giuseppe Bonomo, il neurologo Giuseppe Muraglie e l’anestesista Rosario Trombatore)aveva dato parere positivo. Nel corso del prelievo e’ arrivata un’emergenza pediatrica dal Bambin Gesù di Roma per cui è’ stato necessario sezionato il rene(organo che si riproduce)dal Professore Failla ed il lobo e’ partito su un aereo messo a disposizione dalla Prefettura romana. I prelievi di fegato e rene sono stati eseguiti dall’equipe dell’Ismett di Palermo, cuore, rene e pancreas dall’equipe del professore Veroux del Ferrarotto di Catania, le cornee dal primario della divisione Oculistica di Modica, Nino Bongiorno, tutte operazioni che hanno impegnato il coordinamento infermieristico per i trapianti(Francesco Lucifora, Erina Leggio, Giorgio Cavallo e Rosanna Tizza), oltre agli infermieri di sala operatoria della Chirurgia(Enza Gozzo, Bruno Mallemi e Stefano Vigna). Per il trasferimento degli organi c’è stato l’ausilio del 118 di Caltanissetta e Palermo. Una scelta, come si diceva, coraggiosa e altruistica, quella dei familiari, che, partendo giocoforza da un dramma, consentiranno così ad altre persone di vivere. Le condizioni dell’uomo, arrivato in ambulanza in coma in ospedale, erano apparse subito disperate. Nonostante gli sforzi dei medici, non è stato possibile migliorare il gravissimo quadro clinico del 36enne, che lascia moglie e due figli.

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