LE RAGIONI DEL MUSEO DEL TEMPO CONTADINO DI PALAZZO ZACCO E LA RETE MUSEALE NEL CENTRO STORICO DI RAGUSA, IERI SERA PROFICUO CONFRONTO TRA GLI OPERATORI CULTURALI NELLA SEDE DI PALAZZO GAROFALO. SARA’ CHIESTO INCONTRO CON IL COMUNE

Turi Iudice, Sonia Migliore, Valentina Frasca CacciaAffollatissima, partecipata e molto sentita la conferenza-dibattito che si è tenuta ieri pomeriggio a palazzo Garofalo, promossa dall’associazione culturale “Officina 90”, avente per tema: “Le ragioni del museo del tempo contadino di palazzo Zacco e della rete museale nel centro storico di Ragusa”. Presenti numerosissimi professionisti, archeologi, museologi e museografi, storici dell’arte, architetti, eccellenti rappresentanti del mondo della cultura e dell’arte di Ragusa, oltre che i componenti del comitato tecnico scientifico che ha realizzato il museo e il “gruppo storico” che si rifà a Mimì Arezzo. “L’iniziativa culturale – dice Sonia Migliore, presidente di Officina ’90 – è nata dall’esigenza di voler aprire un dibattito nella città sulla necessità di volere ampliare l’offerta turistico-culturale di Ragusa con particolare riferimento al centro storico che, mai come oggi, soffre le ricadute di un impoverimento socio-culturale, urbanistico ed economico preoccupante ed allarmante per le sorti di una città che possiede ben 18 monumenti dell’Unesco e un intero centro storico, esso stesso patrimonio dell’Umanità”. L’incontro è stato un vivo momento di condivisione e di confronto di un intero strato socio-culturale della città ed alta espressione di civiltà e di coscienza civica. L’introduzione di Turi Iudice, appartenente egli stesso al “gruppo storico” che si è sempre battuto per i musei, moderatore del dibattito, si è soffermata subito sulla cronistoria del museo, sottolineando il grande lavoro che è stato affrontato da Mimì Arezzo e dagli altri amici. “Analizzato poi l’impegno portato avanti per realizzare lo stesso museo nel mio breve mandato assessoriale – prosegue ancora Migliore – propedeutico alla realizzazione del secondo polo museale che si doveva allocare presso i locali dell’ex biblioteca di via Matteotti”. Magnifica la relazione, coadiuvata da proiezioni dei musei di palazzo Zacco, con gli interventi esplicativi dell’arch. Fabio Capuano, del museologo Nuccio Iacono, della storica Valentina Frasca Caccia, che hanno avuto il pregio di illustrare ai presenti il vero senso del “flash museum” di palazzo Zacco e la simbiosi, raccontata nell’esposizione temporale del museo, che ha voluto sottolineare il legame fra la città barocca e la campagna ragusana, quindi la dipendenza fra lo sfarzo cittadino della nobiltà (rappresentata dai piani nobiliari del palazzo settecentesco) e la semplicità della vita di campagna (rappresentata dal piano terra rurale) con un’apertura concettuale verso il mondo contemporaneo dell’arte (la raccolta civica Cappello) che sottolinea e conserva una viva dialettica spaziale fra contenuto storico e contenuto moderno (come ci insegnano a Parigi). Dopo la relazione è stato dato vita al dibattito arricchito dai pareri, ognuno per la propria competenza, degli illustri ospiti: Giovanni Ottaviano, Bruno Cosentini, Enzo Criscione (storico collezionista), Mario Nobile (artefice del Museo Italia in Africa), Pier Francesco Cilia, Franco Antoci (comitato S. Giovanni), Lorenzo Battaglia (rappresentante Ascom), Antonio Recca (presidente Pro Loco), Giovanni Occhipinti (letterato, poeta e scrittore), Sebastiano D’Angelo (direttore dell’associazione Ragusani nel Mondo), Giovanni Lissandrello (pittore). Oltre agli altri numerosi studiosi e professionisti, l’incontro è stato caratterizzato dalle note di sostegno per il museo e la rete museale progettata in centro provenienti dall’urbanista Luigi Cervellati, da Giorgio Flaccavento, Giovanni Distefano, Saverio Scerra, Giorgio Veninata, Alessandro Ferrara (ex sovrintendente), on. Giorgio Chessari (Centro studi “Feliciano Rossitto”), Emanuele Schembari e Peppe Arezzo, tutti assenti per altri impegni. Significativa la presenza di Sara Arezzo, moglie di Mimì. “L’assemblea mi ha dato l’incarico, in qualità di presidente di “Officina 90” – afferma Sonia Migliore – di chiedere un incontro all’Amministrazione comunale, affinché si possano chiarire le posizioni in merito alle dichiarazioni della stessa, sulla “liberazione di palazzo Zacco”, e si possa iniziare un confronto sulla opportunità di proseguire l’opera della rete museale nei locali dell’ex biblioteca di via Matteotti e con lo spostamento dell’ormai pienissimo museo Italia in Africa. Il tutto nella considerazione di voler mantenere l’esistente e di non voler “spogliare” il centro storico dalle buone cose fatte, anche in relazione al teatro della Concordia”.

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