NELL’AREA IBLEA PRESTITI RIDOTTI IN UN ANNO PER IMPRESE E FAMIGLIE RISPETTIVAMENTE DELL’1,2% E DELLO O,8%. MANENTI: “IL CALO HA INTERESSATO I SERVIZI E IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI”

daniele manentiCredito alle imprese, le banche hanno davvero chiuso i rubinetti? E’ l’interrogativo a cui cerca di rispondere il presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili per la circoscrizione del Tribunale di Ragusa, Daniele Manenti, leggendo i dati ufficiali. “I prestiti concessi alle imprese e alle famiglie iblee – afferma – si sono ridotti nell’ultimo anno dello 0,8%. Per le imprese i prestiti si sono ridotti dell’1,2%. La riduzione ha interessato i servizi e il settore delle costruzioni mentre i finanziamenti sono cresciuti nell’impresa manifatturiera e in quelle agricole”. Le sofferenze bancarie sono sensibilmente cresciute rispetto agli anni precedenti e, come conferma l’Abi, a gennaio 2013 ammontano a circa 126 miliardi di euro.
“Questo – prosegue Manenti – ha indotto il sistema bancario a ridurre i propri impieghi mediamente dall’1 al 7% e a valutare sempre con maggiore prudenza il rischio del credito delle imprese affidate. Accanto ad una inevitabile restrizione al credito provocato dalla crisi economica, vi è stata anche una riduzione della domanda di credito da parte delle imprese. Altro fattore strutturale, che agirà contro una ripresa dei volumi del credito bancario, è legato all’inasprimento dei requisiti patrimoniali e di liquidità che le banche dovranno in futuro avere. In prospettiva, è difficile pensare che noi possiamo uscire in tempi rapidi da questa situazione di scarsa offerta del credito bancario. Non c’è però dubbio che le banche, nel loro insieme, hanno contribuito, e continuano, ma non senza affanno, ad arginare gli effetti più destabilizzanti della crisi. Ma è anche vero che il sistema bancario non ha reagito nello stesso modo per fronteggiare la crisi. Le banche popolari, per esempio, per le loro caratteristiche, sono state fra quelle dimostratisi ovunque più sensibili alle esigenze delle piccole e medie imprese. La loro presenza molto rilevante come quota sul mercato nazionale è stato un importante fattore di attenuazione delle fasi negative del ciclo economico. E ciò è dimostrato dall’ammontare complessivo del credito erogato dalla Banche popolari durante il quadriennio 2009-2012 pari a circa 160 miliardi di euro analogo a quello registrato nel periodo 2005 – 2008”.
Per il presidente Manenti, “le Pmi di casa nostra devono fare ancora molta strada per migliorare il proprio rapporto con le banche. Prima di tutto devono migliorare la qualità delle proprie informazioni contabili. Ancora oggi – prosegue – assistiamo ad una diffusa opacità contabile, che non consente alle banche di apprezzare adeguatamente il profilo di rischio delle imprese e conseguentemente ciò comporta o una difficoltà ancora maggiore ad ottenere finanziamenti o un maggiore costo del denaro. Occorre intervenire in maniera seria sulla struttura finanziaria delle aziende ancora troppo sbilanciata verso l’indebitamento bancario a breve. Occorre, in altre parole, che le Pmi imparino a meglio dialogare con le banche”. “Noi – dice ancora Manenti – come Ordine dei dottori commercialisti abbiamo istituito una commissione di studio per aiutare i nostri imprenditori a predisporre un mini piano industriale, redatto secondo uno schema condiviso con il sistema bancario, un documento snello in cui l’impresa indica i 4-5 punti essenziali della propria strategia per integrare le informazioni di tipo quantitativo ai fini del calcolo del rating. Ritengo che tutti gli attori dello sviluppo, imprese, banche e professionisti, devono lavorare per favorire la crescita del nostro territorio e della nostra comunità”.

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