Ragusa, La Festa di LiberEtà. Si chiude tra Welfare e annunci di manifestazioni. Il Sindacato ultima frontiera per affrontare i temi della crisi

KONICA MINOLTA DIGITAL CAMERA“Il sindacato è rimasta l’ultima occasione per i cittadini per poter parlare dei loro problemi, delle quotidianità, delle difficoltà di andare avanti. La politica ha rinunciato a tutto. In questi tre giorni di festa di LiberEtà, intensi, importati per i temi sviluppati, si è discusso di politiche sociali, di assistenza agli anziani, del sistema sanitario nella nostra provincia.
Abbiamo interloquito con manager, professionisti, lo Spi ci ha messo dentro le migliori risorse per avanzare idee e proposte utili per superare lo stato di crisi che pone seriamente in crisi la vita di anziani e di soggetti deboli.”
Questa è la riflessione di Roberta Malavasi, segretaria generale dello Spi Cgil di Ragusa, e di Giovanni Avola segretario generale della Cgil di Ragusa al termine della Festa di LiberEtà conclusasi, ieri sera nell’auditorium della ex Chiesa S. Vincenzo Ferreria Ibla, con un dibattito interno al sindacato che ha visto la presenza del segretario generale dello Spi Sicilia, Saverio Guccione e del segretario nazionale della categoria, Beniamino Lami. Lo Spi Cgil vuole continuare a contare sul piano delle rivendicazioni.
Per il 7 novembre p.v. è stata annunciata una manifestazione nazionale a Roma sotto palazzo Chigi dei sindacati unitari dei pensionati, quindi con Cisl e Uil (non accadeva da tempo), su una piattaforma di rivendicazioni che vanno dall’IMU, alle tasse e all’assistenza.
“Lo Spi deve consolidare il ruolo di interlocuzione con il territorio, ammette Saverio Guccione, perché abbiamo molte cose da dire e da proporre per migliorare la condizione degli anziani e delle categorie meno fortunate. Alla denuncia dobbiamo far seguire la proposta per un pezzo di società che vuole ancora contare e farsi valere.”
Non ci può essere più in una società evoluta e civile quando sussiste un divario così impressionante sui redditi come in Italia: c’è chi muore di fame, chi non riesce e sbarcare il lunario, chi non può più comprare le medicine e chi detiene ricchezze enormi.
Sono, secondo Beniamino Lami, diseguaglianze da colmare. Giustizia sociale imporrebbe il pagamento delle tasse in modo equo e progressivo, sulla scorta della consistenza del reddito, come c’è scritto nella Costituzione. Invece in Italia, basta vedere che paga le tasse. Poi l’IMU. A pagare, in proporzione, sempre i poveri.
“Bisogna che il governo, conclude Beniamino Lami, investa risorse nel Welfare e nella sanità. Perché è duplice il vantaggio: rende migliore la vita degli italiani e soprattutto si produce tanto lavoro, diretto e indotto. Vivere una vecchiaia serena è un diritto di tutti. E il lavoro è una pre condizione essenziale Continueremo a batterci per rendere tutto ciò possibile”.
La festa si è poi conclusa con il rilascio degli attestati di partecipazione ai capi lega dello Spi provinciale. Poi la degustazione dei prodotti tipici e dolci confezionati dagli anziani, tra balli ed esibizioni canore

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