I carabinieri della stazione di Santa Croce Camerina, collaborati dai commilitoni del N.O.R. della Compagnia di Ragusa, hanno denunciato il tunisino che affermava d’esser stato vittima di “gambizzazione” il 3 gennaio scorso. Il tunisino trentenne disoccupato senza fissa dimora, ospite di un conoscente a Punta Braccetto il pomeriggio del 3 gennaio scorso ha chiamato al 112 riferendo che, trovandosi davanti all’abitazione dove vive, era stato attinto a una gamba da un proiettile esploso dalla pistola di uno sconosciuto. Due persone erano transitate in auto e il passeggero, affacciatosi dal finestrino, gli aveva sparato, colpendolo alla gamba.
Accorsi i carabinieri in forze, organizzati posti di controllo finalizzati ad intercettare l’auto degli aggressori, il ferito veniva soccorso dall’autoambulanza e trasportato all’ospedale di Ragusa.
I militari, pochi minuti dopo avevano fermato un’auto quasi uguale a quella indicata dal tunisino con tre giovani ragusani a bordo che, sospettati dell’attentato, erano stati fermati, perquisiti e interrogati a lungo. Infine erano stati rilasciati poiché avevano fornito un alibi plausibile e perché il ferito non li aveva riconosciuti.
Nel frattempo i militari del Nucleo operativo e radiomobile addetti alle investigazioni scientifiche avevano svolto accurati rilievi sul luogo del “delitto” alla ricerca dell’ogiva di un proiettile, di tracce di sangue e/o residui dello sparo. Nulla. Non solo nel punto ove il denunciante aveva dichiarato d’esser stato ferito non c’era traccia del proiettile o di parti di piombo o di rame componenti l’ogiva. Ma alcuni aspetti del racconto avevano insospettito i militari poiché non apparivano chiari.
La svolta all’intricato mistero è venuta dalla professionalità, capacità ed esperienza del medico del pronto soccorso che, ricevute le dichiarazioni del tunisino, suturata la ferita, si rendeva conto che essa non poteva essere compatibile con la lesività di un proiettile, anche se colpito solo di striscio.
Così i militari messi insieme tutti gli elementi in possesso, sentito il sanitario dell’ospedale ibleo, hanno denunciato il tunisino per procurato allarme e simulazione di reato, facendo chiarezza – infine – su un caso che aveva fortemente contribuito ad infiammare l’opinione pubblica santacrocese.
La situazione a Santa Croce Camerina è sicuramente molto meno allarmistica di quanto si sia voluto far credere nelle ultime due settimane, vero è che c’è un triste fenomeno di furti nelle aziende (concimi, germogli e fitofarmaci sono moneta corrente di questi tempi…) al quale l’Arma sta rispondendo con un incremento dei servizi di prevenzione e repressione, anche con auto di copertura, in orari serali e notturni. Ma Santa Croce Camerina non è il Bronx e l’andamento dei reati è compatibile con quello su scala nazionale se non addirittura inferiore (a gennaio 2013 sono la metà rispetto a gennaio 2012).