PROTESTA DEGLI INDIGENTI A RAGUSA, LA RIFLESSIONE DI MARIO CHIAVOLA SULLA NECESSITA’ DI INDIVIDUARE NUOVE SOLUZIONI IL PRIMA POSSIBILE

“Da quando gli indigenti hanno cominciato a protestare, in modo clamoroso, sostando dinanzi a palazzo dell’Aquila, la nostra città si è resa conto che qualcosa di grave è accaduto. Una lacerazione sociale senza precedenti che deve spingere la politica a trovare delle soluzioni. E purtroppo queste soluzioni non possono arrivare da un organo tecnico come il commissario straordinario che sta comunque cercando una via d’uscita ad una questione oggettivamente grave”. E’ la riflessione fatta da Mario Chiavola, dirigente provinciale de “La Destra” e presidente dell’associazione “Ragusa in Movimento”, il quale interviene sulla situazione di crisi che interessa da vicino gli ex sussidiati. Una situazione complessa rispetto alla quale, almeno per ora, non sembra esserci alcun compromesso in grado di soddisfare le esigenze di chi sta manifestando. “Al delicato argomento – aggiunge Chiavola – vogliamo fornire solo un piccolo contributo. E cioè ventilare la possibilità che per il futuro, quando la politica, finalmente, tornerà ad occuparsi da vicino di seguire le grandi questioni della nostra città, si individuino formule da affiancare a quelle già esistenti in modo tale che il sussidio possa essere utilizzato da un lato per sostenere chi ha difficoltà ed è da tempo senza lavoro, dall’altro per l’effettuazione di alcuni servizi che il Comune, solitamente, affida ad esterni. Penso, ad esempio, alla riparazione delle arterie stradali. L’ente di palazzo dell’Aquila, di solito, si occupa di affidare a terzi la manutenzione ordinaria. E tutto ciò ha un costo. Mi chiedo: e se tale costo venisse dirottato per sostenere la causa degli ex sussidiati che, naturalmente, in cambio dovrebbero garantire l’espletamento del servizio in questione? Sono numerosi gli esempi che si potrebbero portare e che scandiscono la vita di un Comune che gestisce la vita di 70.000 abitanti come quello di Ragusa. A questo punto, la strada è trovare ipotesi nuove, a cui nessuno aveva mai pensato prima, magari dando un’occhiata a quello che succede in altre parti d’Italia, dove ci può essere qualcosa da imparare. Forniamo la nostra solidarietà agli indigenti che protestano. E speriamo che con l’arrivo del nuovo anno qualcosa, davvero, possa cambiare”.

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