Menopausa significa arresto delle mestruazioni: la parola deriva dal greco men (mese) e pausis (fine). In realtà però la scomparsa delle mestruazioni è soltanto una dei segni più evidenti della menopausa, ma non certo il mutamento più importante che avviene nel corpo della donna. Tutto parte dalla cessazione della funzione ovarica e quindi della fertilità. Il progressivo esaurirsi della produzione di ormoni femminili altera un equilibrio che ha accompagnato la donna per tutta l’età fertile: provoca disturbi e malesseri e attenua, fino ad annullarlo, quel “privilegio biologico” (nei confronti del maschio) che l’aveva protetta da una serie di patologie, come ad esempio le malattie cardiovascolari. Gli estrogeni e il progesterone influiscono infatti su tutto l’organismo e su numerosi processi vitali: il cervello, il cuore, la pelle, il sistema nervoso, le ossa, gli organi genitali, il metabolismo dei grassi, la vita delle ossa.
Ecco perché la loro carenza dà origine a disturbi così numerosi.
L’età media delle donne che entrano in menopausa è intorno ai 50-52 anni.
Vampate di calore, sudorazioni notturne e insonnia: in genere questi sono i sintomi acuti che compaiono prima della menopausa vera e propria e tendono a regredire dopo 2-3 anni. Questi disturbi sono dovuti alla carenza di estrogeni: una condizione che altera i sistemi di termoregolazione (vampate e sudorazioni) e induce modificazioni del ritmo del sonno (insonnia). In particolare, le vampate sono dovute alle forti oscillazioni del tasso di estradiolo nel sangue conseguenti all’irregolare produzione di estrogeni. Stress, alcool, tè e caffè possono aumentarne l’intensità. Di notte, per lo più, le vampate non vengono avvertite come tali, ma sono spesso la causa dei disturbi del sonno che si osservano durante la menopausa. Ci sono poi i sintomi intermedi sostanzialmente legati all’invecchiamento dei tessuti estrogeno-dipendenti come la cute, le mammelle e l’apparato urogenitale. La carenza di estrogeni infatti causa secchezza generalizzata, desquamazione, rughe profonde, perdita di turgore del seno, unghie fragili, capelli secchi, sindrome dell’occhio secco. Infine arrivano i sintomi tardivi (rischio di malattie cardiovascolari ed osteoporosi) molto più pericolosi degli altri segni della menopausa perché inizialmente non si manifestano in modo chiaro e quindi possono svilupparsi in tutta la loro gravità causando danni irreversibili. Con la cessazione della funzione ovarica, viene meno il ruolo protettivo degli estrogeni nei confronti dell’apparato cardiovascolare. Aumenta così il rischio di aterosclerosi: nelle donne in postmenopausa crescono infatti le concentrazioni di trigliceridi, colesterolo totale e il rapporto LDL/HDL colesterolo, e aumenta l’incidenza delle malattie cardiovascolari, che rappresentano la principale causa di morte e di invalidità per la donna. L’altro importante segno tardivo della menopausa (causato soprattutto dalla carenza ormonale) è l’osteoporosi, caratterizzata da una riduzione quantitativa della densità ossea, cui si associano alterazioni microarchitetturali della struttura ossea con un aumento del rischio di frattura.
Generalmente la diagnosi è ben riconoscibile. Nelle pazienti più giovani la diagnosi è sostenuta dall’aumento dei livelli sierici di FSH. Devono essere escluse le malattie endocrine, come le malattie della tiroide e il diabete mellito.
E’ molto importante anche il colloquio con la paziente circa le cause fisiologiche della menopausa e le preoccupazioni, le paure e gli stress relativi a questa fase della vita.
Per contrastare gli effetti della menopausa, se non lo si fa già, bisogna migliorare i propri stili di vita. E’ opportuno fare esercizio fisico, mangiare sano (minor consumo di grassi, alcool e caffè), bisogna seguire una dieta ricca di latticini magri così da avere buon apporto di calcio, non fumare e, per facilitare l’assorbimento del calcio, esporsi alla luce solare (che fissa la vitamina D).
Per contrastare gli effetti della menopausa si possono anche seguire alcune terapie: terapia ormonale sostitutiva generale (HRT) e terapie non ormonali (gel riequilibranti vaginali non ormonali, fitoestrogeni, integratori di calcio e vitamina D, sedativi).
La terapia ormonale sostitutiva (HRT) consiste nella somministrazione di ormoni femminili sottoforma di cerotti o gel cutanei, compresse, creme, ovuli vaginali e spray nasali che liberano estrogeni simili a quelli che le ovaie producevano quando erano funzionanti. Questo tipo di terapia, che è preferibile comunque non seguire per più di 5 anni per impedire la comparsa di effetti negativi secondari, è controindicata in alcuni casi: sanguinamento vaginale da cause non determinate, malattie del fegato, cancro del seno, alterazioni della coagulazione del sangue e ipertensione grave.
Nel caso in cui per una donna sia sconsigliata la terapia ormonale sostitutiva si procede con una terapia non ormonale.
Che cosa è la menopausa? La rubrica medica del Dottore Federico Mavilla
- Gennaio 1, 2012
- 8:43 am
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