Preg.mo Direttore, questo sindacato La ringrazia per aver risposto alla lettera, inviatele lo scorso mese, riguardante il precariato interno all’Azienda. La Cgil, invero, Le aveva chiesto la convocazione di un incontro urgente, perché la questione rappresentata dal precariato dentro l’Azienda ha assunto numeri ed entità non più trascurabili e non può non essere affrontato in maniera concertata con le OO.SS., al fine di trovare soluzioni soddisfacenti che vanno nella direzione di dare stabilità lavorativa a quanti da anni danno un notevole contributo per l’erogazione di importanti servizi all’utenza. Non è possibile non poter avere un incontro ufficiale col vertice dell’azienda e limitare le poche rare interlocuzioni alle forme scritte, senza che possa esservi un confronto serio e approfondito sulle modalità più idonee a creare percorsi di inclusione lavorativa definitiva rispetto ad esigenze evidenziate da anni e che fino ad oggi non sono state affrontare con la piena volontà di risolverle.
L’Azienda ha tipologie diverse di precariato, ciascuna delle quali ha modalità e condizioni giuridiche differenti e questo fatto è un’altra ragione in più per aprire il confronto con l’azienda prima che si provveda, entro il prossimo 30marzo, a delinearne la dotazione organica e l’organizzazione dei servizi.
L’Azienda ha il personale ex-asu con contratti di diritto privato nell’ambito dei Progetti di Utilità Collettiva, per il quale da almeno due anni viene richiesto di tentare il percorso di assunzione a tempo indeterminato.Si tratta di personale che oggi garantisce importantissimi servizi amministrativi e si sfida chiunque voglia sostenere che si potrebbe fare a meno in azienda della professionalità acquisita da questi dipendenti; da cinque anni ha altro personale con contratto quinquennale di diritto privato(legge reg. n.21/03), che si è inserito in maniera ottimale e insostituibile negli assetti organizzativi dell’ente ed è un personale cui va data una immediata ed efficace risposta di collocazione occupazionale. Per non dimenticare l’ingente numero di lavoratori in attività socialmente utili che, stante la vigente normativa, rientrano a pieno titolo anche loro nei processi di stabilizzazione.
L’ASP (in precedenza AUSL n. 7 e l’Azienda ospedaliera) è l’unico ente in provincia che non ha provveduto a stabilizzare i precari e va ricordato che le richieste per avviare le previste procedure sono state fatte tante volte, sono state fatte, soprattutto, quando la possibilità di stabilizzare non sarebbe incorsa in impedimenti, perché furono fatte quando neanche ancora si parlava di accorpamenti delle due precedenti aziende o di altro.
Allora la politica sui precari fu improntata al temporeggiamento, qualcuno si oppose alla legittima richiesta del sindacato di iniziare a pensare e a programmare come stabilizzarli. Qualcuno all’epoca pensava a far crescere il numero dei precari, invece di contribuire a dare soluzione a quelli già presenti in azienda.
Oggi l’Azienda ha davanti a sé uno spaccato eterogeneo di precari e ha la responsabilità di pensare a come dare ad essi una risposta efficace e positiva, ma c’è, tra le persone coinvolte, molta preoccupazione, perché fino ad oggi non si sa quali sono gli orientamenti dell’Azienda e dell’Assessorato regionale alla Sanità in ordine al destino lavorativo di questo personale.
Nel ribadire il carattere di urgenza dell’incontro richiesto, si porgono cordiali saluti.
Il Segretario Fp. Cgil
Salvatore Terranova
LETTERA APERTA DELLA FP. CGIL AL DIRETTORE GENERALE DELL’ASP RAGUSA, GILOTTA. Riceviamo e pubblichiamo
- Febbraio 14, 2010
- 7:45 pm
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa