Paolo Aquila confermato segretario generale della Fillea – Cgil Fisco, blocco dei licenziamenti e lavori pubblici al centro del dibattito

Paolo Aquila è il nuovo segretario generale della Fillea – CGIL di Ragusa.
E’ stato eletto dal XVII congresso provinciale della categoria che ha anche votato il direttivo provinciale, composto da ventisette membri, e questo ha nominato, sempre all’unanimità, i delegati al congresso confederale della CGIL di Ragusa, undici componenti ( sei eletti nelle assemblee di base e cinque dal congresso provinciale); nove delegati, di cui due donne, al congresso regionale della Fillea e infine il segretario generale e con questi votato anche il documento del congresso.
Il documento sintetizza la strategia di azione che la Fillea di Ragusa si darà da qui a quattro anni: uscire fuori dalla crisi in corso che intacca in modo tragico il mondo della costruzione; chiedere in modo forte la pratica di una politica fiscale equa capace di liberare risorse per aumentare i consumi; potenziare gli ammortizzatori sociali e proporre i cantieri di qualità e infine il riconoscimento del lavoro usurante in edilizia.
Il testo riprende i temi del dibattito congressuale animato dalla relazione del segretario uscente Paolo Aquila che snocciolando cifre e dati ha descritto una delle crisi più gravi degli ultimi anni.
“A fronte di una situazione molto complessa e problematica – commenta subito dopo l’elezione Aquila- so di poter contare su una categoria di buona qualità e dal grande valore umano.
Il nostro intendimento è quello di continuare a sostenere l’apertura dei 99 cantieri che sono per noi un viatico fondamentale per la ripresa dell’edilizia pubblica in provincia dato che blocca attività per centinaia di milioni di euro tra diretto e indotto.”
Al XVII congresso provinciale della Fillea hanno dato il loro contributo Francesco Tarantino (segretario regionale della Fillea) ed Enzo Campo ( segretario nazionale della Fillea). I lavori presieduti da Giovanni Avola, segretario generale della Cgil di Ragusa.
L’analisi della situazione è comune: si sono persi migliaia di posti di lavoro nell’edilizia ( in Sicilia nove mila e 30 mila la previsione per il 2010), l’eccesso di burocrazia non sblocca i cantieri pubblici e tutto si riversa nell’anello più debole della catena, ovvero il lavoratore. Nella crisi le imprese si riposizionano a danno del lavoro e dell’occupazione.
Sullo sfondo un meridione che rimane terra di migranti. Centomila persone, tra la migliore maestranze, si è spostata al nord fuggendo dal Sud sempre più emarginato e danneggiato dalla politica del governo nazionale nel mentre la Regione Sicilia, vedi piano casa, nicchia e non fa passi in avanti.

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