Lettera aperta degli operatori delle cooperative di Pozzallo al vescovo di Noto e ai sacerdoti. Riceviamo e pubblichiamo

Eccellenza reverendissima, scriviamo a Lei, vescovo di Noto, per sottoporLe l’ingiustizia sociale molto grave che stiamo vivendo.
Siamo circa settanta operatori di cooperative sociali, alle quali ormai da lunghi anni sono stati affidati dal Comune di Pozzallo i servizi socio assistenziali in favore di minori, anziani e disabili.
Percepiamo uno stipendio minimo ma essenziale al fabbisogno delle nostre famiglie, molte delle quali vivono proprio di questo piccolo introito economico.
Nel corso di questi anni abbiamo fatto affidamento, come molte altre famiglie, su questi emolumenti per contrarre un mutuo per l’acquisto della casa, per garantire ai nostri figli il diritto allo studio, per vivere secondo parsimonia una vita modesta ma dignitosa.
Adesso, di punto in bianco, il Comune di Pozzallo ha avviato gli adempimenti per assegnare i servizi socio assistenziali con una procedura ad evidenza pubblica, prorogando l’affidamento alle cooperative sociali soltanto fino al 31 marzo di quest’anno.
Malgrado ci siamo sforzati di capire le motivazioni che stanno alla base di questa scelta operata dal Comune di Pozzallo, non riusciamo realmente a comprenderle.
Sappiamo, come tutti gli altri cittadini, che le finanze degli Enti Locali sono in cattive acque, ma ciò non giustifica l’esigenza di cambiare, perché il Comune di Pozzallo dovrà comunque spendere importi uguali, se non superiori, per assicurare i servizi socio assistenziali ai cittadini che ne hanno bisogno.
Si rischia così di innescare un conflitto sociale in un momento, come quello attuale, di gravi difficoltà per l’economia di molti territori e per l’occupazione in costante calo.
Ci rivolgiamo a Lei con molta preoccupazione ma con altrettanta speranza, affinché da un Suo autorevole intervento possa sortire una soluzione giusta.
Siamo certi del suo impegno e confortati dall’appello a tutelare l’occupazione lanciato dalla Conferenza Episcopale Italiana, raccolto anche dal Santo Padre.

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