ALL’AEROPORTO DI CATANIA IN VENDITA CIOCCOLATO MODICANO “TAROCCATO”

Tutti lo ventilavano come un rischio. Alla fine è accaduto. Ci si appropria del marchio e si vende un “cioccolato di Modica “ che non sa nemmeno dove sia la città della Contea. Aeroporto internazionale “Fontanarossa” di Catania. Bar al piano delle partenze nazionali. Sullo scaffale fa bella mostra di sé una fila di barrette di cioccolato. Avvicinandoci leggiamo: “cioccolato di Modica puro”. Giriamo in mano la confezione e troviamo “Prodotto e confezionato da” ed apprendiamo che quella barretta di cioccolato che, secondo la confezione, è di Modica puro, arriva dal laboratorio di una azienda che commercializza prodotti alimentari, con sede a Bronte, provincia di Catania. “Che c’entra con Modica?” ci chiediamo in maniera retorica. Incuriositi e vogliosi di scoprire se quel cioccolato ha almeno qualcosa, a livello gustativo, di Modica, decidiamo di acquistarlo. Alla cassa arriva la seconda “mazzata”. “Viene 5 euro” ci dice una cortese commessa. Scucito il biglietto verde scuro, usciamo dal bar e gustiamo quella barretta di cioccolato. Non è modicano. E si sente. E’ un po’ come quelle bevande “al gusto di” Coca Cola. Eccolo qui: il tarocco è servito. Chi Modica sa dov’è, chi vi abita, chi ha avuto l’occasione di gustare anche solo a livello olfattivo una barretta di vero cioccolato modicano, riesce a riconoscere il “falso d’autore”. Chi invece, come i tanti turisti in transito in quello che è il terzo aeroporto d’Italia per numero di viaggiatori, non conosce il gusto, l’odore ed il sapore del vero cioccolato di Modica, non solo porta a casa un souvenir falso, ma è costretto anche a sborsare una cifra che esattamente il doppio del costo di una barretta di 100 grammi, acquistata in una della tante dolcerie modicane o anche nei supermercati che commercializzano il vero cioccolato di Modica “made in Modica”. “Di che ti meravigli ? – ci dice un modicano residente a Milano da anni – Io a Linate, in estate, ho acquistato una barretta di cioccolato di Modica, non solo al costo “modico” di 7 euro, ma che era stato prodotto e confezionato da una industria di Canicattì”. E dire che il disciplinare redatto e sottoscritto all’atto della nascita del “Consorzio di tutela del cioccolato artigianale modicano”, recita che una barretta può fregiarsi del titolo di “cioccolato di Modica” solo quando essa è prodotta in un laboratorio artigianale con sede nel comune di Modica ed iscritto alla Camera di Commercio di Ragusa”. Qualcosa va fatta. Il cioccolato di Modica, autentico, va tutelato e preservato. Non solo a parole. Non si può rischiare che, in attesa dell’Igp, ci rubino anche il cioccolato.

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