CONSIGLIO COMUNALE DI MODICA. LO SFOGO DEL PRESIDENTE GAROFALO

Il presidente del consiglio comunale Paolo Garofalo, sbotta. Non ce la fa più a sopportare il ruolo di “arbitro” di contese che poco, o nulla, hanno a che vedere con l’interesse, definito “supremo”, della città. Le sue parole, all’indomani dell’ennesima seduta condita di tante polemiche e pochi fatti, suonano come una sorta di “richiamo ufficiale” agli eletti. “Si, è un richiamo verso tutti, sia maggioranza che opposizione – dice il Presidente Garofalo -. Mi auguro infatti che l’aula possa finalmente diventare luogo in cui affrontare, realmente, i problemi della città. E’ difficile infatti lavorare in questo clima. Sembra di essere non in un luogo istituzionale ma in una piazza della battaglia. Purtroppo infatti negli ultimi tempi – ammette Garofalo – gli scranni sono diventati luogo per dirimere questioni e rancori più o meno personali, ammantanti di interesse collettivo che in realtà non si vedono. Oramai è anche difficile districarsi in mezzo a troppi interventi richiesti “per fatto personale”, che poco hanno a che vedere con l’interesse di Modica e della città”. Il Presidente Garofalo batte i pugni sul tavolo, provando a farsi “ascoltare” dai colleghi consiglieri. “Dobbiamo tornare tutti sui giusti binari – dice – riappropriandoci ciascuno del ruolo nobile del consigliere comunale. Non è poi possibile che chi si rende artefice di tutto ciò si dica poi “basito” o accusi dopo. Se il consiglio comunale non produce – ammette ancora la seconda carica istituzionale cittadina – non è colpa né della maggioranza e né dell’opposizione. E’ colpa di ogni singolo consigliere che della propria opera deve dare conto e ragione alla città e Modica non trae di certo vantaggio e benefici dalla dialettica parabellica che ha contraddistinto le ultime sedute”. Garofalo ne ha per tutti, anche per l’amministrazione. “Ho scritto e chiarito, anche all’amministrazione, che se gli atti non arriveranno completi, il mio ufficio non li trasmetterà né alle commissioni né tantomeno al consiglio. Questo – puntualizza – è oramai una prassi dalla quale non intendo discostarmi”. Lo sfogo di Garofalo si condisce poi di parole quasi “criptiche”. “Temo – precisa – che ci sia una volontà non dichiarata, da parte di alcune componenti politiche cittadine, di partiti, di esponenti della politica, di non far lavorare il consiglio. Comincio ad avere dei dubbi. E’ come se ci fosse qualcuno che abbia intenzione di bloccare o di far apparire incompetente ed inconcludente questa classe politica”.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa