“Leggendo uno stralcio della motivazione della sentenza in questione” – afferma il Segretario Nazionale dello Snadir, Orazio Ruscica – “ci sentiamo di proporre tre riflessioni. La prima riguarda la necessità da parte di chi sceglie di venire in Italia, di rispettare tutte quelle espressioni, culturali e religiose, che definiscono l’identità di un popolo; la seconda riguarda il fatto – come ha affermato il Consiglio di Stato (Sent. N.556/2006) – che il crocifisso non è solo un oggetto di culto, ma un simbolo capace di esprimere valori che appartengono alla comunità civile oltre che a quella religiosa, come ad esempio la valorizzazione della persona, la tolleranza, il rispetto reciproco. La terza. Se la motivazione di rimozione del crocifisso – come afferma la corte europea – è quella di tutelare “l’impatto del simbolo religioso sugli studenti sin dalla giovane età”, perché tale simbolo può essere inquietante, allora ci sentiamo di ricordare alla Corte che ben altre sono le situazioni inquietanti per i nostri bambini: la violenza, l’abbandono, la sopraffazione, la mancanza di amore Cose invece che la nostra società propone in tutte le salse ai nostri figli a partire dai cartoni animati violenti, fino ai programmi di banalizzazione dei rapporti tra le persone, ai programmi di incitrullimento sistematico. Ai bambini il crocifisso- in quanto massima testimonianza d’amore – casomai dà sicurezza; crea qualche difficoltà forse agli adulti, nei quali probabilmente genera non pochi conflitti di coscienza”.
RUSCICA: “Il crocifisso esprime valori civili, non solo religiosi”
- Novembre 5, 2009
- 9:22 am
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