VICENDA ATI BUSSO A MODICA. L’analisi di Giambattista Ballarò

E’ di pubblico dominio per essere apparsa sù tutti i quotidiani della nostra provincia,la notizia giudiziaria che ha riguardato i titolari della società Ati Busso, che gestisce il servizio dello smaltimento dei rifiuti a Modica. Nello stesso giorno in cui avveniva l’arresto di queste due persone,assieme ad altri due funzionari calatini,l’Amministrazione comunale di Modica,nel rispetto d’un accordo siglato con le parti sociali e la ditta interessata,ordinava un bonifico di 179.000 euro che sarebbe dovuto servire a liquidare metà dello stipendio di giugno,ancora impagato agli operatori ecologici. Il bonifico viene bloccato presso il conto degli interessati e gli operai dell’Ati Busso,non possono più riscuotere quanto di loro spettanza. Capisco benissimo che una Procura della Repubblica,la Magistratura,con delle indagini in corso d’approfondimento,non possa non fare ciò che ha disposto,tuttavia,ritengo che a pagare non debba essere sempre Pantalone. Sarebbe auspicabile pertanto che chi ne ha i poteri,si possa attivare per dare un contributo alla soluzione d’un problema che investe qualche centinaio di famiglie. E per i lavoratori dell’Ati Busso,oltre il danno,c’è anche la beffa: da giorni,la stampa sostiene che gli operatori ecologici abbiano già riscosso la parte dello stipendio di giugno che rimaneva impagato e ad oggi ,ciò non è vero. Sarebbe giusto che la cittadinanza ne venisse in qualche modo a conoscenza,anche per evitare che ove si dovessero verificare probabili,legittime astensioni dal lavoro con ripercussioni in termini di disservizio sui cittadini,questi ultimi non abbiano a biasimare i loro comportamenti.

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