La giornata in cui si celebra il martirio di San Giovanni Battista, patrono della città e della diocesi di Ragusa, è finalmente arrivata. La comunità dei fedeli ha già partecipato, sin dalle prime ore del mattino, alle varie funzioni religiose programmate in Cattedrale, compresa la solenne concelebrazione presieduta dal vescovo di Ragusa, mons. Paolo Urso, tenutasi a partire dalle 11. Assieme al clero della diocesi, al parroco della Cattedrale, don Carmelo Tidona, ai lettori, agli accoliti, ai ministri straordinari della comunione eucaristica, ai ministranti e seminaristi, ai cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il vescovo ha lanciato il messaggio spirituale delle celebrazioni di quest’anno. Nell’omelia di stamane, infatti, mons. Urso ha ricordato la necessità di ricercare la propria identità. E per far sì che il messaggio potesse avere maggiore incisività ha ricordato tre figure, quella del Battista, di Erode ed Erodiade. “Il Battista – ha chiarito il vescovo – rappresenta il martire che conosce bene qual è la propria identità e vi mantiene fede sino alle estreme conseguenze. Il martire, così come dice la radice della stessa parola, è colui che ricorda chi è, che non è dimentico della propria missione. Erode, invece, incarna l’uomo di potere, che prima difende il Battista, ma poi lo incarcera e lo fa uccidere. E’ una figura contraddittoria, disposta a tutto pur di accrescere il proprio potere. E poi c’è Erodiade, la figura della donna senza scrupoli, della donna violenta. Chiediamoci: in quale di queste figure ci riconosciamo?”. Ieri sera il vescovo ha lanciato un altro messaggio. “Il Battista – ha detto mons. Urso durante la celebrazione dei Vespri solenni, in Cattedrale – ha avuto la piena consapevolezza della propria identità. “Io chi sono?” si è chiesto più volte. Era comodo potesse essere quello che la gente si aspettasse, cioè il Messia. Ecco perché ciascuno di noi deve essere se stesso. Non quello che la gente vuole che sia bensì ciò che il Signore ha pensato da sempre di ciascuno di noi. Spesso, vogliamo essere altri da noi, non siamo soddisfatti, non ci piacciamo, vogliamo essere copie di altri. Essenziale, invece, essere sempre se stessi. Ecco perché il Signore ci ha fatto diversi e ci vuole diversi”. Nel pomeriggio, a partire dalle 18,30, la solenne processione con il simulacro del santo patrono. Viene ancora ricordato che, al momento dell’uscita del simulacro, per ragioni di sicurezza così come disposto dalle autorità, il sagrato della Cattedrale dovrà essere completamente sgombero per permettere lo sparo di mortaretti. Tanti fedeli, con i ceri votivi, hanno partecipato, ieri pomeriggio, alla cerimonia di traslazione del simulacro di San Giovanni Battista dalla parrocchia Sacra Famiglia, dove prima si era tenuta una funzione religiosa presieduta dal cappuccino Enzo Zagarella. Ad aprire la processione religiosa il diacono transeunte Riccardo Bocchieri. Ancora una volta, la presenza di tantissima gente che si è stretta attorno alla figura del patrono ha dato il senso della partecipazione della comunità dei fedeli ad un evento religioso tra i più sentiti dell’intera provincia di Ragusa.
Ragusa: Si è tenuta la solenne concelebrazione in Cattedrale Il vescovo Urso: “Ricercare la propria identità seguendo il Battista”
- Agosto 29, 2009
- 12:52 pm
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