MINEO (CATANIA) – Sarà il presidente dell’Ordine dei chimici di Catania, Bruno Catania, a eseguire gli accertamenti sul liquido contenuto dall’autobotte dell’impresa di espurgo Carfì di Riposto che l’11 giugno del 2008 stava compiendo lavori di pulizia nel depuratore di Mineo, dove morirono sei persone in un incidente di lavoro. Lo ha disposto il gip di Caltagirone, Salvatore Aquilino, durante un incidente probatorio, fatto su richiesta da parte degli indagati. Al perito è stato consegnato un contenitore al cui interno è custodito del liquido prelevato dall’autocisterna il giorno della tragedia e sottoposto a sequestro preventivo su disposizione della Procura di Caltagirone. L’esame dovrà accertare se l’autobotte era arrivata a Mineo dopo essere stata "depurata" a Ragusa, come sostiene la ditta Carfì o se conteneva prodotti tossici. L’esito degli accertamenti si conoscerà entro il prossimo mese di febbraio. Nell’ambito dell’inchiesta sull’incidente sul lavoro di Mineo sono indagate sette persone per omicidio colposo per la tragica fine dei sei lavoratori che morirono per asfissia da annegamento.
Esami specifici sull’autobotte per chiarire la tragedia di Mineo. L’Ordine dei chimici di Catania dovrà accertare l’eventuale presenza di sostanze tossiche sul mezzo della ditta Carfì. Al momento sette persone sono indagate per omicidio colposo
- Gennaio 9, 2009
- 5:59 pm
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa