Modica: Ottimi riscontri per la mostra “S.T” di Sebastiano Mortellaro

E’rimasta fruibile fino all’ 8 giugno, presso i Magazzini Grimaldi di Modica, “S.T.” la mostra di Sebastiano Mortellaro organizzata dall’Associazione Pass/o. La struttura dell’esposizione si dispiega in tre momenti. L’entrata è scandita da una Sicilia rigonfia di rose multicolori e trafitta da una freccia per ogni provincia. Il discorso è sulla terra dell’origine. Identità eterogenee vivono sulla stessa isola. Non tutte le frecce sono ferite e non tutte sono rose. Seguono due foto, una del padre e una della madre. Opache e dirette. Sono "frame" che si guardano da vicino, forse troppo, ma l’ambiente fa la sua parte. E’ come un collo di bottiglia che introduce altro, si va verso lo spazio espressivo prediletto da Mortellaro: il video. L’immagine di ‘675-xml:namespace prefix = st1 ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:smarttags" / 961’ è fissa sulla madre che racconta storie di un passato recente e intercala la ricetta delle arancine. Tutto avviene di spalle, la tentazione di rendere oggettiva una persona che non ti guarda e ti parla, si muovono le mani e le ombre dei gesti. "Caterpillar" fonde immobilità e dinamica incarnati rispettivamente da immagine e suono. Le immagini sono quelle dei mostri d’acciaio che hanno aiutato l’uomo a modificare l’aspetto delle cose e l’autore colpisce l’abitudine di vederli in movimento, qui sono immobili: è il suono a muovere gli oggetti. Sebastiano Mortellaro si muove su due piani: il recente e il presente e ne indica il cambiamento che non è sempre stato evoluzione, l’orizzonte mutato in cui resistono parole e riti. Il resistere e il persistere del cammino verso una chiesa in "Process-i-one". Due generazioni, il padre e il figlio che compiono la medesima azione, valori diversi che si uniscono sotto qualcosa di grande: la religione di tutti, quella che fa assiepare le folle. Intanto il paesaggio è cambiato, bisogna indossare il giubbotto arancione.

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