SCICLI. OMICIDIO DRAGO. IL CONSULENTE: “LA VITTIMA NON AVEVA FATTO USO DI DROGA PRIMA DI ESSERE UCCISO”

Giuseppe Drago, inteso "Peppi ‘u tedesco", il trentaduenne pregiudicato sciclitano per avere trascorso un periodo della sua vita in Germania, ucciso nel mese di ottobre in Via Sette Fratelli Cervi, al Villaggio Jungi, di Scicli, prima di essere ammazzato non aveva fatto uso di sostanze stupefacenti. Sono le conclusione tratte dal consulente tecnico d’ufficio incaricato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Modica, Michele Palazzolo, che ha eseguito la perizia tossicologica mirata a chiarire il quesito. Una conclusione che sta benissimo ai difensori, Pino Pitrolo e Rinaldo Occhipinti visto che a questo punto si potrebbe ipotizzare che Drago fosse in crisi di astinenza confermando di essere alla ricerca di metadone, quello che i fratelli Ferrante e nemmeno la madre di questi ultimi gli diedero. Secondo gli inquirenti, Giuseppe Drago, fu ucciso dal commando formato dai pregiudicati Tony, Maria ed Elena Ferrante e da pastore Giovanni Pacetto, incensurato. Il pubblico ministero, Domenico Platania, a questo punto, ha chiesto la proroga della misura cautelare in carcere. La difesa si è opposta. Il Gip si è riservato. Nei prossimi giorni i quattro arrestati saranno sottoposti allo Stub, l’esame che dovrà dire chi sparò mortalmente alla vittima, oltre a Tony Ferrante di 37 anni. Elena e Maria Ferrante, di 33 e 40 anni, sono rinchiuse nelle carceri di Messina. Le armi utilizzate dal commando, subito individuato dai carabinieri, furono un fucile a canne mozze ed una pistola calibro 7,65. Tony Ferrante subito dopo si era assunto la responsabilità dell’omicidio, anche se gli inquirenti sostengono che il "colpo di grazia" lo abbia esploso una delle donne. Pare che alla base del delitto ci fossa stata una minaccia di Drago alla madre dei Ferrante, ed il danneggiamento del chiosco per la vendita di frutta della famiglia perché non aveva ottenuto del metadone.

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