RAGUSA. Centauri nella riserva pino d’aleppo. Mallia: “Tolleranza zero

” “Non solo non abbiamo mai tollerato il fenomeno della presenza di motociclisti all’interno della riserva naturale orientata “Pino d’Aleppo”, ma abbiamo più volte interessato la Prefettura e gli altri Enti competenti a vigilare per evitare il ripetersi di questi fenomeni”. Così l’assessore provinciale al Territorio ed Ambiente, Salvo Mallia,risponde alla presa di posizione della Legambiente di Vittoria sulla presunta tolleranza dell’Ente Provincia di fronte ad un comportamento incivile ed irresponsabile di alcuni centauri nel perseguire azioni illecite che mettono a rischio l’incolumità altrui. “Non solo abbiamo sollecitato – aggiunge Mallia – per il controllo del fenomeno operazioni congiunte tra il Servizio di Vigilanza della Riserva e la Polizia Provinciale ma abbiamo anche avuto un incontro col rappresentante provinciale della Federazione Motociclistica Italiana di Ragusa affinché svolgesse attività di informazione e sensibilizzazione al problema presso gli iscritti e simpatizzanti, ribadendo che nelle aree protette è severamente vietato svolgere attività motociclistiche che danneggiano gli ecosistemi protetti”. Poiché per accedere all’area protetta i motociclisti devono necessariamente percorrere strade comunali e provinciali sulle quali transitano in violazione delle norme del Codice della Strada, in quanto viaggiano sprovvisti di regolare targa di riconoscimento del mezzo, la Provincia ha invitato anche le Forze dell’Ordine competenti ad esercitare un’attività di controllo più incisiva ai fini della repressione del fenomeno già nelle strade di accesso della riserva. “Ho chiesto al Prefetto di Ragusa – prosegue Mallia- di voler valutare la possibilità di non rilasciare alcuna autorizzazione a gare motociclistiche in tutto il territorio della provincia di Ragusa per una più energica azione di dissuasione e ho sollecitato l’assessore provinciale allo Sport a non assegnare contributi alle associazioni motociclistiche provinciali. Nell’esposto di Legambiente vengono insinuati pesanti dubbi sull’operato del personale di vigilanza delle Riserve Naturali, accusato di comportamenti omissivi non rispondenti alla realtà in quanto lo stesso personale si è più volte trovato in condizione di dover contrastare il fenomeno correndo seri rischi per la propria incolumità ma che ha espletato il servizio sempre con perizia e abnegazione”. (gm)

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