COMUNE DI POZZALLO ALLE PRESE CON I DEBITI PREGRESSI: 7,5 MILIONI DI EURO

Il Comune di Pozzallo deve fare fronte a debiti pregressi per 7 milioni e mezzo di euro. I fornitori aspettano da anni. Tra interessi passivi, spese legali e decreti ingiuntivi, il debito va assumendo proporzioni intolleranti. Il disallineamento fra competenza e cassa determina una grave carenza di liquidità, creando di fatto una situazione di costante emergenza. La situazione è insostenibile. Il personale va pagato, i servizi indispensabili assicurati, i processi di sviluppo assecondati. Questo quanto sostiene il sindaco Giuseppe Sulsenti il quale, stanco di fare i salti mortali, ha pensato, d’accordo con l’intera Giunta comunale, di ricorrere alla cosiddetta cessione pro soluto dei debiti, che è strumento previsto dalla Finanziaria 2007, già ampiamente utilizzato da altri Enti locali. Il Comune di Pozzallo in pratica, tramite apposita asta pubblica, seleziona un istituto di credito per una cessione o cartolarizzazione dei crediti vantati dai fornitori di beni e servizi, assumendo nuove obbligazioni con scadenza a lungo termine. "Un’operazione salutare, economicamente vantaggiosa, e indispensabile – afferma il primo cittadino – che ci consente di pianificare l’enorme debito ereditato dalla precedente Amministrazione con un notevole risparmio di interessi, di recuperare credito, dignità amministrativa e immagine pubblica. Questi i motivi – precisa Sulsenti – che hanno ispirato la delibera di Giunta n.70 del 27 febbraio 2008". Ma i revisori dei conti non sono d’accordo e mettono su carta parere contrario. Immediata la reazione di Attilio Sigona, assessore al Bilancio. "Resto sorpreso e sbalordito – dice Sigona – dall’atteggiamento assunto dai revisori dei conti che continuano ad invadere il campo della politica con pareri non richiesti. La delibera di Giunta della cessione pro soluto dei crediti vantati dai fornitori nei confronti del Comune di Pozzallo prevede il parere preventivo della Corte dei conti di Palermo; un preventivo parere dei revisori dei conti non poteva essere richiesto e non viene richiesto né dalla logica, né dalla procedura. I revisori dei conti avrebbero dovuto al massimo certificare la realtà dei crediti dei fornitori nella misura contenuta nella delibera. Invece, dopo avere illustrato la norma costituzionale sull’indebitamento e avere polemizzato con il governo, reo a loro parere di avere inserito nella Finanziaria 2007 una norma che non collide con il dettato costituzionale, prima si dichiarano contrari alla delibera e poi pilatescamente si rimettono alla decisione della superiore Corte dei conti con un palese contraddittorio in termini. Siamo fortemente contrariati e increduli. Il giudizio espresso dai revisori è più politico che tecnico. Un Ente non può essere governato con serenità se non riesce a pagare i fornitori, se è costretto a subire continue azioni legali, se non ha la possibilità di garantire gli stipendi ai dipendenti, alle cooperative, ai doposcuolisti, agli operatori ecologici, se deve affrontare una battaglia giornaliera tra chi ripartire le poche entrate di fronte alle molteplici spese".

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