Modica: Continuano le indagini sull’atto intimidatorio al presidente ProSviluppo Marina di Modica Iabichino

I carabinieri stanno scavando in ogni minimo particolare per fare chiarezza sull’increscioso atto intimidatorio nei confronti del presidente dell’Associazione Pro Sviluppo di Marina di Modica e della sezione locale dell’Ecosezione “Movimento Azzurro”, Angelo Iabichino. L’azione degli ignoti che hanno dato fuoco alla Renault Megane di proprietà dell’uomo in qualche modo ha creato destabilizzazione ma, in ogni modo, si cerca di dare una risposta ai dubbi. Una risposta certa è la matrice dolosa. Il grosso sasso trovato all’interno del veicolo la dice chiara sul comportamento adottato da chi ha agito e cioè la rottura del lunotto posteriore del veicolo in modo da potere cospargere di liquido infiammabile l’interno da dove, per il materiale dei sedili, in particolare, le fiamme avrebbe avuto modo più veloce per avvolgere complessivamente tutto l’abitacolo e creare il massimo danno. Iabichino è stato interrogato dai carabinieri ma non avrebbe saputo dare una spiegazione a questo gesto. Su più fronti, in città, si è, invece, convinti che l’atto intimidatorio sia direttamente legato all’attività di Angelo Iabichino, personaggio sempre in prima linea per la soluzione di molti problemi e non solo di Marina di Modica. Un’attività che settimanalmente lo ha visto coinvolto non solo nei confronti del Comune ma anche della Provincia Regionale di Ragusa. Resta, poi, la questione legata all’indagine sulle concessioni per la realizzazione di un kartodromo e di un impianto di biomassa e quella per l’estrazione di pietra nella Cava di Giarrusso, per la quale Iabichino è stato direttamente interessato come Movimento Azzurro, organismo che si è costituito in giudizio. Su questo fronte, dal momento che il processo penale riguardante i primi due impianti in corso davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica è in fase di definizione, tant’è che il pubblico ministero, Maria Mocciaro, ha già avanzato le sue richieste, pensare ad un avvertimento non appare logico, semmai potrebbe parlarsi di una “vendetta”. Tutte cose che i carabinieri non tralasciano nell’indagine.

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