TENTATA VIOLENZA ALL’AMICA DELLA FIGLIA. RINVIATO A GIUDIZIO UN UOMO DI ISPICA

Si sarebbe invaghito di un’amica della figlia, l’ avrebbe portato a mare e, una in acqua, avrebbe tentato di usarle violenza. Per un cinquantasettenne ispicese,, F.F., patrocinato dall’ avvocato Domenico Monaca, è scattato il rinvio a giudizio dopo essere comparso davanti al Giudice per le Udienze Preliminari presso il Tribunale di Modica, Michele Palazzolo, che ha fissato il processo ordinario, davanti al Collegio Penale al prossimo otto ottobre. I fatti si rifanno a circa tre anni fa. Parte offesa, una giovane di Ispica, all’epoca venticinquenne, che si è costituita in giudizio attraverso l’ avvocato Ignazio Galfo. E’ stata proprio questa che il giorno dopo ai fatti ha denunciato l’uomo ai carabinieri. Secondo quanto sostenuto dalla presunta vittima, nell’estate del 2005, l’uomo, vedovo da qualche anno, si sarebbe offerto per accompagnarla a prendere il bagno a Santa Maria del Focallo. C’era, comunque, la figlia dell’imputato con loro. Giunti in spiaggia avrebbero deciso di entrare in acqua. Dopo un po’ pare che l’uomo abbia sollecitato la figlia ad uscire dal mare per prendere un po’ di sole in spiaggia. Una volta che la congiunta si sarebbe allontanata, sempre secondo l’accusa sostenuta dal Procuratore della Repubblica, Domenico Platania, il cinquantasettenne avrebbe toccato con un piede la vagina della donna provocandole delle escoriazioni. La giovane si sarebbe divincolata ma, pare, che l’uomo l’ abbia afferrata da dietro per le braccia, sfiorandola nuovamente. Anche stavolta la presunta vittima sarebbe riuscita a svincolarsi dalla stretta languida dell’interessato e si sarebbe allontanata raggiungendo l’amica in spiaggia. Il giorno dopo la venticinquenne decise di denunciare l’accaduto producendo un referto medico dal quale si evince la presenza di graffi ai gomiti ed un arrossamento vaginale. Non risulterebbero segni di penetrazione. Un episodio, che seppur dettato possibilmente, da "un attimo di smarrimento" che si configura nel reato di violenza sessuale del quale l’ispicese dovrà rendere conto ai magistrati modicani.

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