MODICA. CONCESSIONI ILLECITE. IL GUP NOMINA NUOVO PERITO

Il Giudice per le Udienze Preliminari presso il Tribunale di Modica, Fabio Ciraolo, ha conferito ieri mattina l’incarico peritale ad un nuovo consulente tecnico d’ufficio, l’agronomo Gianluca Ferlito di Nicolosi, sulla base della deliberazione dello scorso 11 gennaio quando ci si attendeva la sentenza per gli indagati che avevano scelto il giudizio abbreviato ed invece è maturata questa nuove perizia. Si tratta, nella fattispecie, del processo che riguarda un troncone circa presunte concessioni illegittime che vede indagate otto persone e dove il Comune di Pozzallo, parte civile attraverso l’avvocato Giorgio Terranova. Il professionista ha chiesto 60 giorni di tempo per potere rispondere ai quattordici quesiti posti dal magistrato. L’udienza, per questo, è stata aggiornata al prossimo 18 aprile. Com’è noto, il nuovo provvedimento del Gup è stato determinato dalle contestazioni dei difensori sulla perizia del pool di tre tecnici nominato all’epoca dalla Procura della Repubblica, che non convince, sembra nessuno. Ci sarà, dunque, da attendere ancora qualche mese prima della sentenza nonostante diverse settimane fa, e si parla, dunque, del 2007, il pubblico ministero, Francesca Aprile, aveva chiesto concluso la sua requisitoria con la richiesta di condanna per tutti gli indagati per complessivi 14 anni di reclusione, alla quale erano seguite anche le arringhe difensive degli avvocati Francesco Bertorotta, Enrico Sanseverino, Luciano Zappulla, Giorgio Terranova, Nino Frasca Caccia, Franco D’Urso, Giuseppe Rizza, Giorgio Assenza, e Luigi Piccione, Il procedimento, nella fattispecie, si occupa dell’estrazione di pietra presso 2 diverse cave modicane. Gli indagati sono funzionari dell’Assessorato Regionale al Territorio ed Ambiente, dell’Ufficio Tecnico del Comune di Modica, del Distretto Minerario, oltre ai legali rappresentanti delle imprese Colacem e Profetto. Sono accusati di abuso d’ufficio, falso e deturpamento del territorio per l’allargamento abusivo di 2 cave di pietra. La Cava Colacem, di Contrada Giarrusso Liccio, e Cava Profetto, di Contrada Zimmardo Bellamagna(quest’ultima già operativa dal lontano 1984 con regolari autorizzazioni), che, secondo l’accusa, sarebbero state allargate senza i necessari nulla osta e solo in base alle concessioni rilasciate dall’ufficio tecnico comunale in maniera illegittima, giacché le aree interessate sarebbero condizionate da vincoli ambientali e paesaggistici. Sarebbero mancati, secondo l’accusa, i controlli da parte del Dipartimento Minerario.

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