RAGUSA. PIER LUIGI CELLI_ “La crisi del sistema italiano? “E’ nell’incapacità di formare nuova classe dirigente”.

Pier Luigi Celli, direttore della Luiss Guido Carli, già direttore generale della Rai, ha fatto un’analisi spietata dello stato di salute dei quadri dirigenti del Paese, in occasione dell’incontro dibattito tenutosi stasera presso il Circolo di Conversazione a Ragusa Ibla, organizzato da Confindustria. “Abbiamo perso la Olivetti, una delle grandi fucine in grado di formare classe dirigente, abbiamo perso l’Iri, la Fiat. Anche la Rai, di cui sono stato direttore generale per tre anni, non è più in grado di formare quadri di livello. In questo Paese alle scuole di formazione politica della Dc, o del Pci non si è sostituito nulla, e lo dico con grande rimpianto. Il vero problema del Paese è l’incapacità di formare un nuovo gruppo dirigente, nell’industria, nell’editoria, nel mondo associazionistico, in politica. Viviamo in un Paese educato alla lotta di casta, che ha sostituito alla lotta di classe la lotta di casta. L’idea è che ciascuno debba difendere se stesso da un nemico, e che la nostra battaglia non finisce fino a quando il nemico non è annientato. Nessuna capacità di dialogo, di mediazione: politici contro magistrati, gli uni e gli altri contro i giornalisti ( e ve lo dice uno che ha amministrato un’azienda con 1600 giornalisti), farmacisti contro governo, tassisti contro il Comune. Se il criterio di selezione della classe dirigente è quella dello spoil system, corriamo il rischio di promuovere i peggiori, i portaborse. Serve recuperare l’atteggiamento pedagogico, rimettere la formazione al centro del ruolo di partiti, associazioni, organizzazioni di categoria. E’ mai possibile che in questo Paese non esistano luoghi pubblici di dibattito? E’ immaginabile che i luoghi del confronto siano solo quelli offerti da Bruno Vespa e da Floris? Esistono spazi di confronto fuori dalla televisione? Una televisione che se offre “personaggi”, storie, sia capace di offrili perché hanno una storia da raccontare, e non solo perché litigano. Giovani che sappiano indicarci cosa c’è nel futuro, e non adolescenti che giocano a litigare. E’ falso il problema della classe dirigente vecchia o nuova. Non vale quanto sei vecchio, vale quanto sei bravo, e come sei arrivato a occupare quella posizione. Ed è sbagliata l’idea che la classe dirigente si forma al centro. Al centro non si forma nulla. I quadri si formano in periferia, nei territori, e solo dopo anni di gavetta, si hanno le carte in regola per competere nei ruoli di responsabilità. Oggi i nostri migliori studenti vanno a lavorare a Londra".

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