Val di Noto, liti e demagogia sulle trivellazioni petrolifere

PALERMO – "Contro di noi c’è una campagna fondata su una serie di equivoci. Il Val di Noto non corre alcun rischio ambientale e, soprattutto, vogliamo chiarire che non ci occupiamo di petrolio ma di gas, per sua natura pulito". L’ha detto Jim Smitherman, presidente della "Panther Gas", società texana che nel 2004 ha avuto dalla Regione siciliana la concessione per la ricerca di metano nel Val di Noto. I vertici della società, insieme a Francis Brophy, rappresentante della francese "Maurel & Prom", partner nel progetto, hanno tenuto a Palermo una conferenza stampa, dopo che le vicende del Val di Noto, dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità, da mesi rimbalzano sulla stampa e anche dalla Regione arrivano segnali di una possibile retromarcia sulle concessioni. "Con il metano i rischi ambientali – afferma l’ingegnere della Panther, Giuseppe Palmeri – non esistono. Che dire, allora, delle estrazioni di petrolio dell’Agip che vanno avanti da decenni nel campo di Ragusa? Finora la società, che ha avuto la concessione per 21 pozzi, ne ha trivellati due e da due anni è in attesa che la Regione ne autorizzi un terzo. Finora si tratta soltanto di esplorazioni, non c’è in corso alcuna attività estrattiva. Su un’area di circa 750 chilometri quadrati, la "Panther" ha rinunciato a 86 chilometri quadrati per sfatare – dicono i responsabili – l’idea che nell’area potessero verificarsi danni nei siti protetti. È stato solo un nostro scrupolo, perché nessuno si è mai sognato di andare a scavare sotto la cattedrale di Noto o nella riserva naturale di Vendicari. "È ipocrita – dichiara Smitherman – che per esempio il Comune di Noto da un lato continui ad incassare le royalties dall’Eni e dall’altro si rifiuti di rispettare un accordo sottoscritto con noi nel 2005. Quanto alle proteste – aggiunge – non è vero che la popolazione è contro le trivellazioni. Noi rispettiamo le leggi, lo stesso dovrebbero fare la Regione e le amministrazioni locali: abbiamo già speso 10 dei 43 milioni d’investimento, non ci possono dire ora che ci hanno ripensato. Fin qui venire in Sicilia si è dimostrato errato"

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