La gestione ed il nuovo ruolo del Pronto Soccorso a Modica ha provocato numerosi interventi e polemiche.

La gestione ed il nuovo ruolo del Pronto Soccorso a Modica, la riduzione dei posti letto, i costi di gestione della tecnologia biomedica che nelle ultime settimane ha catapultato l’attenzione sulla sanità e, a livello locale, sull’Ospedale Maggiore, hanno provocato numerosi interventi e polemiche. Proprio sugli accessi impropri al Pronto Soccorso, la dialettica è stata rilevante anche a seguito della presa di posizione del direttore sanitario del nosocomio di Via Aldo Moro, Raffaele Elia, che aveva rivendicato un ruolo importante da parte dei medici di base nel selezionare efficacemente gli assistiti. “Da parte nostra – dice il dottor Federico Mavilla, medico di medicina generale – ci facciamo carico di un compito speculare rispetto a quello nosocomiale e cioè la gestione dei fattori di rischio nelle persone sane ed il carico delle malattie cronico-degenerative. In ogni situazione potenzialmente acuta, il nostro ruolo ci costringe a delegare la gestione all’ospedale perché dotato di apparecchiature tecnologiche e specializzate”. Le motivazioni che spingono gli assistiti a recarsi al Pronto Soccorso sono le difficoltà di consultazioni dopo l’orario di lavoro, la convinzione di dovere eseguire urgentemente particolari esami, la necessità di bypassare le procedure burocratiche ed i tempi di attesa, spesso intollerabili delle prestazioni ambulatoriali non urgenti. “In tante circostanze, comunque, la decisione di recarsi al Pronto Soccorso – dice Mavilla – è presa autonomamente dall’assistito ed è, di per se, un incentivo all’accesso in ospedale”. Per potere, poi, selezionare efficacemente gli assistiti, il medico di Pronto Soccorso è obbligato ad eseguire in tempi più o meno veloci, un rilevante numero di accertamenti clinici per mettersi al riparo da errori e sottovalutazioni dei casi meno urgenti ma potenzialmente gravi. “In poche ore – aggiunge Mavilla – un assistito può essere sottoposto ad esami di laboratorio, accertamenti radiologici, ecografici e consulenze specialistiche che richiederebbero settimane di attesa se presentate con prescrizioni ordinarie. Così l’ampia offerta di prestazioni erogate quasi in tempo reale, induce molti assistiti a varcare la soglia del Pronto Soccorso per problemi che hanno poco a che fare con la vera urgenza”. Saro Cannizzaro

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