L’On. Ammatuna interviene sul problema delle infrastrutture chiedendo l’indizione di un tavolo di concertazione provinciale.

“Dagli ultimi dati forniti da Unioncamere in tema di infrastrutture, se indichiamo con 100 il numero indice di tutta l’Italia per quanto riguarda strade, autostrade, porti e autoporti, la provincia di Lodi – prima in Italia – raggiunge quota 404,2, mentre quella di Ragusa – buona ultima – è al 24,8%. Questi dati si commentano da soli e rendono chiaramente l’idea della strozzatura che subisce il processo di sviluppo economico che la provincia di Ragusa ha già avviato, malgrado i costi aggiuntivi di trasporto che le imprese iblee sopportano rispetto ad altre realtà produttive, attraverso un’agricoltura innovativa ed una offerta di qualità nel settore dei servizi. Per risalire la china e far acquistare concorrenzialità, sia al territorio nel suo insieme che ai singoli settori produttivi, occorre fare sistema, creare sinergie all’interno dei vari nodi di trasporto e fra questi ed i sistemi produttivi. Se per l’aeroporto di Comiso è gia stato avviato un rapporto di collaborazione con lo scalo aeroportuale di Catania, sancito con la presenza nella società di gestione dello scalo aeroportuale ibleo della Sac di Catania e di imprenditori catanesi, l’idea da tempo avanzata di creare una Autorità portuale unica per la Sicilia orientale che comprenda al suo interno le strutture portuali di Catania, Augusta e Pozzallo, allargandola anche al porto di Siracusa, rimane ancora una dichiarazione di intenti. Se non si riesce a fare sistema, coinvolgendo i territori e le infrastrutture limitrofe, creando un’offerta articolata che esalta le specializzazioni dei porti (commerciale Pozzallo e Catania, crocieristico Siracusa, hub Augusta) la provincia di Ragusa rischia seriamente di rimanere isolata, perché senza un potere di pressione forte nei confronti dei governi nazionale e regionale, che promana dalla volontà comune dell’intero territorio della Sicilia orientale, anche l’autostrada e la ferrovia rimarranno nel libro dei sogni. Perché il sistema della Sicilia orientale va esteso in una logica “intermodale”, tesa a mettere in rete, ed in prospettiva sotto un’unica “regia”, tutte le modalità di trasporto che si supportano, si legittimano e si affermano a vicenda. Solo con un porto di Pozzallo efficiente e presente sui mercati internazionali dello shipping si potrà realizzare l’autostrada in provincia di Ragusa, “blindare” la ferrovia, assicurare successo all’aeroporto “Pio La Torre”. Ed è solo così che reggeremo la sfida dell’Area di libero scambio nel Mediterraneo con il conseguente business di merci e passeggeri da intercettare. Questo stato di fatto, paventato dal sottoscritto prima nella veste di Sindaco di Pozzallo ed adesso in quella di parlamentare regionale, è ampiamente condiviso dalle organizzazioni sindacali regionali, da Assindustria siciliana, dalle Camere di Commercio di Ragusa, Siracusa e Catania. Occorre volare alto, muoversi con tempestività per superare le appartenenze politiche e le rivendicazioni municipalistiche, per cambiare questo stato di cose e collocare il Sud-est nella posizione e nel ruolo che gli competono. Anche perché i tempi si restringono sempre più. Nello scorso mese di giugno è stato già siglato un protocollo d’intesa sull’ampliamento della circoscrizione territoriale dell’Autorità portuale di Palermo al porto di Termini Imerese, in seguito al quale il ministro dei Trasporti ha firmato il decreto per la costituzione dell’Autorità portuale Palermo-Termini Imerese. Inoltre, mentre l’Autorità che comprende i porti di Messina e Milazzo è una realtà, un forte impulso proveniente dal governo centrale potrebbe portare quanto prima ad una fusione fra le Autorità portuali di Catania e di Augusta, con un’evidente, clamorosa e gravissima esclusione del porto di Pozzallo. In tutto questo quadro non dobbiamo dimenticare, perché sono strategicamente importantissimi, l’Autoporto di Vittoria e la Piattaforma logistica retro-portuale di Pozzallo rispetto ai quali il Governo regionale farebbe bene a precisare ruoli degli enti locali e territoriali e la reale disponibilità di risorse finanziarie. Non si può più perdere ulteriore tempo. Al fine di accrescere la competitività del sistema produttivo provinciale, di abbattere i costi e razionalizzare il sistema dei trasporti, rivolgo un invito ai Presidenti della Provincia Regionale e della Camera di Commercio di Ragusa, alle organizzazioni sindacali e imprenditoriali, alle forze politiche, affinché si crei un tavolo di concertazione provinciale per affrontare nella sua complessità la problematica delle infrastrutture e per tentare di recuperare il gap esistente”.

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