Val di Noto: incubo trivelle

CATANIA – Torna l’incubo trivelle nel Val di Noto. Questa mattina, infatti, il Tar di Catania ha accolto un ricorso presentato dalla società petrolifera "Panther Europa", dando il via libera alla realizzazione di un pozzo di esplorazione. È stato invece respinto il ricorso per la realizzazione di un pozzo denominato "Gallo Sud". Parziale via libera quindi alle trivellazioni nel territorio del barocco, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Sconcertato il sindaco di Noto, Corrado Valvo: "Continueremo la nostra battaglia giudiziaria e politica ma soprattutto mediatica. Noto, ora dichiarata dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità, merita attenzione e non può essere colonizzata. Le dichiarazioni della Panther, che diceva di voler andare via da Noto, erano una grande bufala – ha aggiunto Valvo – e la Panther non ha interesse ad andare via da Noto. Continueremo la nostra battaglia degli intelletti per dire che le scelte del territorio vanno fatte nel territorio e che non abbiamo bisogno di turismo petrolifero. Sulla vicenda è intervenuto con una nota il vice sindaco di Siracusa e responsabile delle politiche culturali di An Fabio Granata, che ha chiesto che il Governo regionale inserisca nel Ddl sullo sviluppo la definitiva revoca delle ricerche petrolifere nel Val di Noto. "La sentenza del Tar riapre una maglia pericolosa – ha detto Granata – che solo un atto politico finalmente chiaro e definitivo può rimarginare. La Sicilia ha scelto un altro modello di sviluppo, ma ora, dopo tante parole, da Cuffaro serve un segnale inequivocabile". "La decisione del Tar di Palermo non cambia di una virgola la scelta politica sul Val di Noto, che è unica e irreversibile: stop alle trivellazioni". Ha ribadito l’assessore regionale al Territorio, Rossana Interlandi. L’assessore Interlandi ha sottolineato che la posizione scaturisce dalla nuova strategia politica realizzata nei suoi tredici mesi all’assessorato, incentrata su un nuovo modello di sviluppo economico basato sulla tutela del territorio. "Tutta la zona – ha proseguito Interlandi – e non solo la città di Noto, costituisce un patrimonio naturale ed artistico a cielo aperto che non ha eguali al mondo, da tutelare e utilizzare come veicolo di promozione turistica capace di produrre ricchezza. Senza andare dietro al miraggio di programmi industriali che sono estranei alla vocazione naturale del territorio, e che già in passato, imposti dall’alto in cambio del miraggio occupazionale, hanno prodotto lo scempio del nostro territorio e del nostro ambiente". Determinato anche il presidente delle Regione, Totò Cuffaro che invita "la Panther Eureka a non dare il via ai lavori. Ed in ogni caso, a settembre, il Governo con procedura d’urgenza presenterà all’Ars un provvedimento che chiuda definitivamente la questione ed impedisca le trivellazioni nell’area del Val di Noto dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco". Legambiente Sicilia annuncia battaglia e respinge l’ipotesi di possibili trivellazioni nella Val di Noto. "Da qualche mese avevamo denunciato la maldestra e furba finta rinuncia della Panther, considerato che era già risaputo che non si può trivellare nelle vicinanze dei siti archeologici". Dice Gianfranco Zanna, responsabile Beni culturali per Legambiente Sicilia. "Non tutti sanno che – aggiunge – la particolarità della Val di Noto, sito Unesco che comprende tre province, Ragusa, Siracusa e Catania, ed otto Comuni, è nella unicità e particolarità del suo paesaggio. Quello che è accaduto oggi è un’ulteriore dimostrazione della presa in giro. Non abbasseremo la guardia e continueremo la nostra battaglia, che deve essere di tutti, affinché la rinuncia alle trivellazioni da parte di tutte le compagnie sia totale, per affermare un diverso modello di sviluppo che in quest’area deve essere legato ai valori culturali. Ribadiamo la nostra richiesta – conclude Zanna – all’assessorato regionale ai Beni culturali affinché ponga, da subito, un vincolo paesaggistico su tutto il territorio interessato".

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