MODICA: Un imprenditore lancia l’allarme sulla crisi agricola

Uno stato di crisi in agricoltura che porterà al baratro tutti indistintamente entro fine anno. L’allarme viene lanciato da Carmelo Santaera, un imprenditore modicano, il quale fa rilevare come ci sia la necessità di intervenire “perché ci sono molte famiglie che vivono di agricoltura e zootecnia che sono vicini al baratro”. “Prima che accada una rivolta sociale o manifestazioni di piazza – dice – è necessario intervenire perché produttori sono sul punto di chiudere per evitare il fallimento aziendale. L’interessato elenca poi alcuni motivi che starebbero condizionando il settore. “Il servizio veterinario dell’Ausl per disposizioni di leggi ministeriali ha migliorato l’aspetto sanitario per gli allevamenti degli animali, non dando alcuna alternativa a coloro che nella propria campagna oltre a coltivare il proprio orticello, deteneva qualche animale (suino – gallina -cavallo). L’aumento sconsiderato dei costi di macellazione dei suini o animali da compagnia (cavalli) a fine carriera e degli oneri per le procedure per il mantenimento di un’azienda avicola, ha permesso una riduzione drastica dei piccoli allevatori o di colore che con molto poco avrebbero alimentato una microeconomia essenziale in un paese dove si vive di agricoltura. Queste entrate, necessarie, per l’Ausl hanno permesso il mantenimento di un numero sproporzionato di addetti ai controlli. Ma quali controlli oggi necessitano quando manca all’appello il 90 per cento dei piccoli allevamenti costretti a chiudere per la burocrazia e nient’altro. Invece di sostenerli per metterli in regola magari con pochi accorgimenti, li costringevano con degli adeguamenti pari ad allevamenti organizzati con numerosi capi”. Secondo l’imprenditore quando si richiede il certificato di stalla o altro per la vendita degli animali, normalmente il risultato, come quello delle analisi, arriva dopo il giorno di mercato o quando scade il certificato di stalla, bloccando di conseguenza la vendita e l’economia di quell’azienda per diverse settimane. “- moltissimi piccoli allevatori che arrotondavano le proprie entrate con piccoli allevamenti di suini, ovaiole, vitelli, conigli – conclude – sono stati costretti a non poter arrotondare con piccole entrate provenienti da allevamenti di una o due scrofe, di 5/10galline per le uova in famiglia o di far crescere qualche vitellino da consumare in famiglia; gente che in ogni caso per buona parte manca nel mercato dei consumatori finali, e, altresì, mancano negli acquisti di piccole attrezzature. Aiutateci poiché oggi siamo molto ma molto vicini al baratro”.

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