Manifesto “Per una nuova generazione della Provincia iblea”

A partire dal prossimo 14 ottobre il panorama politico italiano è destinato a cambiare. Noi vo-gliamo che la nascita del Partito democratico porti con sé non solo una necessaria semplificazione del sistema politico, ma anche un nuovo e diverso rapporto tra i cittadini e i loro rappresentanti. La decisione di affidare direttamente ai sostenitori del nuovo partito il compito di eleggere il segretario nazionale e quelli regionali del Pd rappresenta già un’importante novità, mai sperimentata in Euro-pa. Ma questo rapporto diretto non potrà interrompersi il giorno dopo, bensì diventare una costante nella selezione della classe dirigente e dei candidati del nuovo partito, anche con mo-dalità diverse e innovative. Anche per questo, vediamo il Pd come un partito realmente federale, che assegni non solo formalmente ai singoli territori ampia autonomia nelle scelte politiche. Nella provincia di Ragusa, così come nel resto della Sicilia e in altre regioni italiane, il centro-sinistra è stato condannato negli ultimi anni a una posizione cronicamente minoritaria rispetto allo schieramento opposto, se si fa eccezione per alcuni occasionali successi elettorali, dovuti soprattutto a fattori di carattere prettamente localistico. Non possiamo più consentire che il centrodestra mantenga saldamente nelle proprie mani il potere politico e amministrativo. Non lo diciamo come mero scatto d’orgoglio o per vuoto campanilismo. Sono i cittadini a piangere quotidianamente le conseguenze di una gestione inadeguata, personalistica e talvolta persino clientelare della Cosa pubblica, quale quella messa in atto dagli esponenti del centrodestra in questi anni. È soprattutto per questo che la nostra provincia ha bisogno di un Pd forte, capace di un dibattito aperto e anche aspro al proprio interno, ma coeso e risoluto nel condurre le proprie battaglie e portare avanti le idee ri-formiste. I numerosi documenti, manifesti e contributi di varia natura che stanno arricchendo la fase co-stituente del nuovo partito a livello nazionale dimostrano come la nascita del Pd non rappresenti af-fatto quella “fusione fredda” temuta da molti. La stessa cosa purtroppo non si può dire rispetto al nostro territorio. Qui sembra si stiano celebrando le consuete lotte di potere tra gli apparati preesi-stenti, per ricamarsi uno spazio assicurato all’interno del nuovo soggetto. Per questo abbiamo deci-so di promuovere questo Manifesto, in qualità di semplici giovani che credono in una politica diver-sa, fatta di contenuti e rivolta alle persone comuni, sempre più lontane da partiti, sindacati e altre forme organizzate di rappresentanza e alla ricerca di nuovi spazi dove poter esprimere le proprie i-dee. Un documento che si richiama esplicitamente al Manifesto “Per il coraggio delle rifor-me”, che vede come primo firmatario Francesco Rutelli e sottoscritto da numerosi esponenti politici e istituzionali provenienti da Ds, Margherita ed esterni ai due partiti, e rivolto a soste-nere la candidatura di Walter Veltroni a segretario nazionale del Pd. Crediamo che il nuovo partito possa contribuire a migliorare le condizioni di vita dei cittadini iblei. Per questo, vogliamo indicare alcune tematiche che poniamo come priorità per caratterizzare l’impronta riformista del Pd nella nostra provincia.  L’ambiente e le problematiche ad esso connesse si impongono oggi in cima all’agenda poli-tica di tutti i paesi. La provincia di Ragusa occupa il centesimo posto (sulle 103 province italiane) nella classifica sull’ecosistema urbano stilata da Legambiente. I temi dello smaltimento dei rifiuti e della produzione di energia non possono più essere considerate prioritarie solo in situazioni di emergenza, per poi finire nel dimenticatoio quando il problema sembra essere risolto (almeno per il momento). Ancora oggi stiamo a discutere sull’ampliamento di questa o quella discarica, quando questo sistema è unanimemente riconosciuto come il più dannoso per l’ambiente e la salute dei cit-tadini. Un partito realmente riformista dovrà assumersi la responsabilità di decisioni chiare e defini-te, che superino timori e resistenze delle comunità locali (il cosiddetto “effetto Nimby”) attraverso il confronto e la partecipazione alle scelte. Scongiurate le trivellazioni nel Val di Noto, la questione energetica non può essere cancellata. Abbiamo la fortuna di abitare in un territorio con una esposi-zione solare elevatissima e distribuita per un lunghissimo periodo dell’anno. Eppure vedere un pan-nello per la produzione di energia fotovoltaica sulle nostre case è una rara eccezione. Questo è solo un esempio dell’incapacità di sfruttare le risorse a nostra disposizione, senza danneggiare, ma anzi tutelando il territorio.  La provincia di Ragusa è la meno dotata di infrastrutture dell’intero paese. Un limite im-prescindibile per lo sviluppo economico del territorio, sia esso di stampo turistico, agricolo o indu-striale. La prossima apertura dell’aeroporto di Comiso e il potenziamento del porto di Pozzallo sono obiettivi da perseguire nel più breve tempo possibile. Ma non sono sufficienti. La nostra ferrovia è in condizioni disastrose, lo stesso vale per la rete viaria. L’intervento del governo Prodi a sostegno delle strade secondarie siciliane (di cui ingiustificatamente vanno orgogliosi gli esponenti locali del centrodestra, da cui invece non è venuto niente nella precedente legislatura) è un primo importante passo. Così come pure la collocazione del completamento dell’autostrada Siracusa-Gela e l’adeguamento della Ragusa-Catania tra gli obiettivi primari del ministero per le infrastrutture. Non possiamo però per questo rassegnarci a una rete ferroviaria fatiscente e progressivamente depoten-ziata.  Investire sui giovani significa investire nel futuro. La bassa percentuale di laureati non si combatte solo con le “università sotto casa”, insufficienti a garantire un’ampia offerta formativa e spesso poco competitive rispetto ai già bassi standard medi nazionali. Gli enti locali potrebbero af-fiancare quindi a investimenti in tale direzione un sostegno economico agli studenti meritevoli non in grado di sostenere le spese per la frequentazione di atenei lontani dalla città d’origine. A ciò deve però associarsi un forte impegno per la crescita dell’occupazione, in modo da garantire opportunità di carriera ai neolaureati che ritornano e da assicurare un futuro a chi non completa il percorso degli studi. Un’occupazione che deve essere regolare: combattere il lavoro nero è uno strumento di ga-ranzia non solo degli interessi economici del lavoratore, ma anche della sua stessa vita.  Lo sviluppo economico della provincia di Ragusa è legato indissolubilmente al rilancio del turismo. I riconoscimenti dell’Unesco e la popolarità derivante da film e fiction di successo ri-schiano di rivelarsi una bolla destinata a scoppiare presto, se il territorio non si dimostra in grado di esprimere appieno le proprie potenzialità. Accanto a interventi che dobbiamo pretendere con forza dalla regione o dal governo nazionale (a partire dalle infrastrutture, come già detto), gli enti locali iblei possono lavorare in sinergia tra loro e con il resto del sud-est isolano per promuovere le bel-lezze del Val di Noto in tutta Italia e all’estero, organizzare manifestazioni comuni di ampia rile-vanza, favorire la destagionalizzazione. Un impegno che dobbiamo pretendere anche dai privati, af-finché investano soldi ed energie per potenziare le strutture ricettive e non pratichino ingiustificati rialzi dei prezzi, che incidono non solo sui flussi turistici, ma anche sulle potenzialità d’acquisto dei residenti.  Nel paese si sta diffondendo un sentimento di antipolitica, che ci riporta indietro ai primi anni Novanta. Il Pd nasce anche per dare una risposta positiva alle proteste dei cittadini per gli ec-cessivi costi della politica. Chiediamo al nuovo partito un impegno vincolante in tal senso. Non è accettabile che i deputati dell’Assemblea regionale siciliana siano i più pagati tra i colleghi di tutta Europa, pur lavorando pochissimo, come dimostrano i dati pubblicati dalla stampa, e non riuscendo a risolvere i problemi ormai cronici della Sicilia. I rappresentanti del Pd all’Ars devono quindi im-pegnarsi per ridurre le spese degli enti pubblici, con una rimodulazione dei compensi e uno sfolti-mento del numero degli enti inutili (consigli circoscrizionali, Ato, società a partecipazione pubblica, ecc.), dei consiglieri comunali e degli amministratori. Il Pd, a nostro parere, dovrà garantire un totale impegno per portare a compimento queste priorità. Per farlo, non potrà sicuramente contare solo sulle proprie forze. Se i dirigenti politici che finora hanno guidato Ds e Margherita non sono riusciti a realizzare questi obiettivi, non vediamo perché dovrebbero essere in grado di farlo adesso, solo perché fanno parte di un nuovo partito. Evi-dentemente, c’è bisogno di nuove forze, che provengano da associazioni, movimenti e singoli individui di ispirazione riformista. Il Pd, inoltre, dovrà intraprendere un percorso comune e tener-si pronto ad accogliere tra le proprie fila anche forze politiche che non hanno partecipato sin dalla prima fase alla sua costruzione, ma con le quali condivide progetti e ideali (pensiamo, in primo luo-go, all’Italia dei Valori). Per realizzare gli obiettivi che si propone, il Pd dovrà avere l’ambizione di essere un partito ad ampia vocazione maggioritaria. Rappresentare gran parte dei cittadini significa anche non accettare compromessi su elementi fondanti del programma di governo, a livello nazionale o locale. La defi-nizione delle alleanze non può che partire da questo principio. Il Pd non può permettersi di essere condannato a un ruolo di opposizione perenne, soprattutto a fronte dei disastri che il centrodestra sta compiendo in Sicilia e nella provincia di Ragusa. Per questo, lavoreremo alla costruzione di un Pd che non si precluda pregiudizialmente il confronto con forze moderate, che si propon-gono di rappresentare istanze e prerogative convergenti con quelle del nuovo partito. Un ap-proccio che non esclude a priori il mantenimento delle attuali alleanze, ma progetta un centrosini-stra di “nuovo conio”, riformista, maturo, libero dai condizionamenti provenienti da estremismi conservatori. Ma libero anche da alcuni “rapporti a rischio” che caratterizzano una parte dell’attuale maggioranza regionale. Saranno in ultima istanza i cittadini a decidere democratica-mente con il loro voto quale centrosinistra vogliono alla guida della Sicilia e della provincia di Ra-gusa. Per sottoscrivere il Manifesto, basta inviare una e-mail all’indirizzo: giovanicoraggiosi@libero.it.

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