Dichiarazione dell’On. Ammatuna sulle future alleanze del Pd.

“L’entusiasmo che si registra, anche nella società reale, attorno alla nascita del Pd è la cartina al tornasole che sancisce la necessità e la condivisione di un progetto politico che dovrà portare ad una semplificazione dello scenario attuale. Scenario politico che, a causa di una legge elettorale iniqua, vede un bipolarismo zoppo offrire continuamente il fianco ad espressioni e manifestazioni di quella “antipolitica” eccessivamente critica nei confronti dei partiti ed altrettanto incapace di proporre idee di sviluppo e crescita per il paese. Non voglio muovere attacchi al bipolarismo in genere, che è e rimane un fatto estremamente importante e positivo, intendo ribadire la mia critica alla sua attuale forma dissennata. L’itinerario contingentato, a causa dei tempi ristrettissimi, che porterà ad ottobre prossimo alla nascita del Pd ha già fatto registrare un dibattito acceso sia fra le forze politiche e sociali che andranno a confluirvi, sia da parte di esponenti esterni che guardano con attenzione all’evolversi del nascente partito. E’ chiaro che l’attenzione da parte di tutti è puntata, giustamente, soprattutto in direzione delle future alleanze che questo costituendo soggetto politico andrà a decidere, che rappresentano un vero e proprio spartiacque fra tradizione e innovazione. Innanzi tutto va ribadito che il Pd nasce come un partito federale, un partito cioè all’interno del quale i singoli territori possono scegliere, sulla base delle loro peculiarità, le proposte di governo e le alleanze che ritengono più adatte a realizzarle. Alleanze sancite sulla base di programmi comuni e non imposte da scelte verticistiche, da esternare senza timore, senza attendere che magari qualche esponente politico di primo piano legittimi quanto è già da tempo maturato nei territori. Pur non volendo rivendicare primogeniture, non posso non ribadire di essere stato il primo in provincia di Ragusa ad avviare una discussione, un confronto con le forze moderate – con le quali esiste una condivisione forte di valori e principi, di politiche sociali e modelli di sviluppo – che non sono organiche alla Casa delle Libertà. Parlo naturalmente dell’Udc di Casini e Drago o del Mpa di Lombardo, forze politiche che soltanto un bipolarismo coatto – figlio di una legge elettorale pessima – continua a tenere distanti dai moderati che militano nel centro sinistra, questi ultimi costretti a loro volta a convivere forzatamente con le espressioni radicali di un conservatorismo di sinistra. Occorre uscire fuori da questa nuova forma di democrazia bloccata ed il Pd può essere il grimaldello che scardina questa situazione di stallo, può essere la pietra da lanciare per movimentare questo stagno piatto che è lo scenario politico attuale. Fuori da ogni metafora, per esser chiari, credo sia giunto il momento di avviare un confronto serio con Udc e Mpa per arrivare a strategie comuni in occasione delle prossime consultazioni elettorali amministrative di Comiso e Scicli, di prevedere nuove alleanze nei comuni di Vittoria e Modica, solo per citare qualche esempio. La Sicilia e la provincia di Ragusa hanno bisogno di nuove sinergie fra le forze politiche affini, che diano nuova linfa, che portino una ventata di aria nuova, per dare governi stabili e validi ai territori, che siano capaci di affrontare con successo le sfide future e di dare risposte concrete ai cittadini. Perché in ultima analisi sono proprio queste – non le alchimie politiche o le paure di imboscate delle segreterie di partito – quello che la gente si aspetta da chi ha eletto come proprio rappresentante”.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa