PIANO STRATEGICO MODICA 2015. ON. DRAGO: “UN LABORATORIO DI NUOVE ALLEANZE POLITICHE”

Il vicepresidente dell’Udc alla Camera, Giuseppe Drago, è intervenuto ieri sera nel dibattito sul Piano Strategico Modica 2015: "Un punto di partenza per condividere insieme a nuovi alleati il governo della città" "Il Piano Strategico Modica 2015 è un percorso che dobbiamo costruire insieme alle forze sociali, economiche e politiche, grazie al supposto di strumenti metodologicamente corretti da un punto di vista scientifico, ma è solo un punto di partenza, non di arrivo". Ha esordito così ieri sera il vicepresidente dell’Udc alla Camera, Giuseppe Drago, in occasione del primo spunto di dibattito intorno al Piano Strategico Modica 2015, al Palazzo della Cultura. "Nessuno si scandalizzi: credo che chi condivide il Piano condivide la città del futuro, e possa e debba perciò condividere il governo della città, a prescindere da chi ha vinto o ha perso le ultime elezioni. Il Piano individua alcuni punti di debolezza, che insieme dobbiamo affrontare subito; se ritardiamo essi diventeranno una minaccia per la Modica del 2015. Il pay off del Piano è "Modica anima del sudEst nel Mediterraneo". E’ presuntuoso, è un’ambizione eccessiva, eppure da tale definizione traspare l’orgoglio che è riconoscibile nella mente e nel cuore dei modicani. Ma Modica da sola non può fare Sistema Territoriale autonomo. La competizione oggi si gioca tra Sistemi Territoriali. Occorre integrare il Piano con la partecipazione di altre realtà che abbiano i nostri stessi punti di forza. Si può pensare a un Sistema Territoriale Modica senza Ragusa?, senza Ispica, senza Pozzallo, senza Scicli? In questo senso, mi paiono fuori dal tempo i referendum per stabilire se tre o quattro strade devono appartenere a Modica o a Pozzallo. La scorsa settimana è stato presentato un nuovo Progetto Interreg, che offre, nella programmazione 2007-2013, l’opportunità alle quattro province frontaliere, Trapani, Caltanissetta, Ragusa e Siracusa, insieme a Malta e alla Tunisia, di partecipare all’assegnazione di risorse per qualificare l’ambiente: si può lavorare per realizzare impianti produttivi a emissioni zero. Ciò vuol dire che ci porremo all’attenzione del mondo modernizzando le nostre realtà produttive, innovando gli impianti, e dicendo che a Ragusa e a Malta c’è un territorio non inquinato, con aziende che si sono scommesse per creare Isole pulite. Sono i territori ad autodeterminarsi. Siamo noi a decidere la tutela e la valorizzazione delle nostre cave, l’istituzione di Parchi. E allora, perché non scommettere sull’istituzione di un grande Parco a Cava Ispica? E a quanti propongono il Pil come unico strumento di misurazione della ricchezza, noi rispondiamo proponendo la qualità della vita. Poco importa che il tessuto connettivo dell’economia iblea è fatto di imprese medie e piccole. Noi promuoviamo il Made in Sicily, che è il Made nel SudEst, il Made in Modica, che rappresenta una specificità: la nostra identità, le nostre tipicità non possono essere industrializzate. Ragusa è l’unica provincia del Meridione ad aver ricevuto finanziamenti per il proprio distretto ortofrutticolo. Occorre pensare a una nuova stagione dell’associazionismo: occorre favorire la nascita del Distretto dela Zootecnia ragusana. Una cosa è certa. Il Piano Strategico sarà sovraordinato agli strumenti di pianificazione territoriale, e oggi c’è bisogno di pianificare il territorio. Poco importa chi ha vinto e chi ha perso, sugli obiettivi troveremo i nostri compagni di strada.

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