Modica: Corrado Rizzone interviene in merito alle zone SIC

Dubbi sulla legge regionale relativa alla vicenda dei siti Sic e Zps, circa la sua efficacia. Li esprimono i Verdi dopo che lo scorso mese di febbraio avevano messo in chiaro la loro posizione in merito sulla problematica e nello specifico riguardo alla vicenda dell’area industriale Sic/Maganuco. “Nutriamo fortissimi dubbi circa la reale efficacia che una legge regionale possa avere su di una norma comunitaria – dice Corrado Rizzone – A nostro avviso, contribuisce soltanto ad aggiungere inutili e dannosi elementi di confusione, innescando, di fatto, un vortice di conflitti di competenze tra Regione, il Ministro dell’Ambiente che ha il compito di tutela sulle zone Sic(Siti d’interesse comunitario) e la Comunità Europea, invece di concorrere ad armonizzare e a tutelare sia l’ambiente che gli interessi delle aziende che hanno investito sul nostro territorio.”. L’esponente dei Verdi modicano, poi, torna sulla recente visita dell’Assessore al Territorio e Ambiente della Regione Sicilia, Interlandi, a Modica. “Avevo ribadito le mie perplessità all’Assessore stesso – dice – circa il percorso amministrativo che con disinvolta superficialità si ostinava a seguire. Percorso fatto di spallate amministrative e sgarbi istituzionali che puntualmente sono cassati dagli organi dello Stato competenti e che continuano a generare vortici di conflitti di competenze e che avranno come unico risultato quello di “inguaiare” le aziende che colpa non hanno. Inoltre avevo fatto rilevare come, a mio avviso, è oltremodo pericoloso portare il conflitto in Commissione Europea, perché le ripercussioni negative che inevitabilmente ne scaturiscono, porranno le aziende in una posizione di frode di fondi comunitari e danno ambientale in zone protette e le istituzioni italiane a dover pagare, per poi rivalersi sull’anello più debole della catena (indovinate un po’ chi) 300.000 euro il giorno, dal periodo dell’infrazione (aprile 2000, fate un po’ il conto!) Sorprende ancora come chi dovrebbe essere garante di istituzionalità, si sia prestato a proseguire su questa strada tecnicamente illegittima e ampiamente contestata e cassata a più riprese, soprattutto alla luce dell’ampia disponibilità mostrata dal Movimento dei Verdi, che ha più volte suggerito il corretto percorso amministrativo da seguire per porre le aziende che hanno investito sul nostro territorio in una posizione di legalità e che in sede di dibattito con la Interlandi era stato ri-proposto, come unica soluzione tecnica possibile”.

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