Le aree Sic dell’agglomerato industriale di Maganuco devono essere sbloccate

Le aree Sic dell’agglomerato industriale di Maganuco devono essere sbloccate subito. Lo sostiene Confindustria, tuonando contro i ritardi, così come aveva fatto pochi giorni fa il sindaco di Modica, Piero Torchi. Per l’organismo è necessario accelerare i tempi e, conseguentemente, sbloccare le aree interessate poiché le imprese subiscono un condizionamento nella loro attività che rischia di provocare la quasi totale paralisi. “Le aziende che si sono già insediate – dicono i rappresentanti di Confindustria – operano a ritmo ridotto, altri non possono neppure cominciare, visto che mancano le autorizzazioni proprio per i vincoli”. Confindustria si è rivolta all’assessore regionale al Territorio, annunciando, comunque, la volontà di intendere adire le vie legali, “contro chi, a questo punto, blocca il lavoro dei suoi assistiti, ricordando come le norme Sic ed i relativi vincoli, siano successivi alla nascita dell’agglomerato industriale”. Come si diceva, nei giorni scorsi, era stato il primo cittadino di Modica a rivolgersi all’Assessore Regionale Territorio ed Ambiente ed al Presidente della Regione Siciliana, per chiedere un incontro urgentissimo al fine di individuare una soluzione definitiva con riferimento alle aree sottoposte a vincolo Sic(Siti di interesse comunitario) nell’agglomerato industriale Modica – Pozzallo. Nella nota, Torchi, faceva riferimento, in particolare, all’area “Spiaggia Maganuco” sottoposta a regime vincolistico una situazione che pone seri problemi a causa della coincidenza con aree dove la pressione antropica, infrastrutturale e industriale assume particolare rilevanza. “Dal punto di vista prettamente normativo – aveva rilevato il capo dell’amministrazione comunale – se da un canto la legge regionale 13/2007 attribuisce ai Comuni l’assunzione delle determinazioni sulle valutazioni di incidenza, l’assessorato Territorio ed Ambiente ha puntualizzato che le procedure attuative della norma devono essere ricondotte alle modalità normative che prevedono l’attribuzione al servizio 6 dell’Arta la competenza ad esprimere parere. Ciò, risulta ovvio, limita l’azione dei comuni nell’assunzione della determinazione finale”. Questa situazione, secondo il sindaco, appare in contrasto con la legge e non lascia intravedere soluzioni praticabili entro tempi compatibili con le urgenze rappresentate dalle scadenze degli investimenti delle aziende proprietarie dei terreni, supportati, nella massima parte dei casi, da sostegno pubblico.

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