Noto, è conto alla rovescia per la riapertura della cattedrale crollata nel 1996

NOTO (SIRACUSA) – Per rimetterla in piedi, hanno lavorato ogni giorno 50 operai, per sette lunghissimi anni. E ci sono voluti 25 milioni di euro. Alla fine però ci siamo: è conto alla rovescia a Noto, per la riapertura ufficiale domani, alla presenza di Prodi, della splendida cattedrale barocca, parzialmente crollata nel marzo del ’96. A ricostruire le fila di questa vicenda durata undici anni, ci saranno il vescovo di Noto, monsignor Giuseppe Malandrino, il prefetto di Siracusa e commissario per la ricostruzione Benedetto Basile, il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, invitati il ministro dei beni culturali Francesco Rutelli e il Presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro. E non mancherà la voce di Andrea Camilleri, che rilancerà in un video messaggio il suo appello per la tutela della Val di Noto, che l’Unesco, come è stato anche per la cattedrale, ha dichiarato nel 2002 Patrimonio dell’Umanità. Era la notte tra il 13 e il 14 marzo del 1996, quando la cupola della basilica di San Nicolò, fortemente danneggiata dal terremoto del dicembre del 1990, crollò all’interno della chiesa. Solo un piccolo settore rimase agganciato ai sostegni, ma in una situazione di precario equilibrio. Fortunatamente a quell’ora l’edificio era chiuso – il comune aveva già deciso la sospensione del culto – e non ci furono vittime. Il cedimento, causato dall’esplosione di uno dei pilastri della navata di destra, riempito da pietre di fiume, provocò ampi squarci alle volte delle tre navate della chiesa. Un effetto domino che coinvolse gli altri pilastri dell’edificio facendo crollare le macerie in un’area di oltre mille metri quadri. Un vizio costruttivo amplificato anche dalla sostituzione, negli anni Cinquanta, del tradizionale soffitto a falde con quello in cemento armato, che appesantiva troppo la struttura. "Un crollo annunciato", denunciò la Protezione Civile. Due indagini aperte dalla magistratura si sono concluse con una condanna, confermata lo scorso anno dalla Cassazione, ad un anno e mezzo di reclusione per ‘crollo colposo’ – pena sospesa dalla condizionale – nei confronti dell’ex responsabile tecnico della Soprintendenza urbanistica di Siracusa, Francesco Santalucia. Le altre persone indagate – l’ingegnere capo del Genio Civile, il capo dell’ufficio tecnico di Noto e il legale rappresentante della cattedrale – sono state tutte assolte. Nel frattempo si procedeva alla ricostruzione, prima della quale sono stati necessari però anni di scavi, in cui furono recuperati 5.656 conci, alcuni reimpiantati nella struttura originaria. La ricostruzione è cominciata nel gennaio del 2000, affidata ad un gruppo di imprese composto dalla Donati Spa di Roma, capogruppo, dalla Carchella Spa e dalla Società appalti costruzioni. Grande attenzione, naturalmente, è stata riservata ai materiali: i restauratori hanno impiegato quelli dell’epoca, come la calcarenite bianca, assemblati però tecniche antisismiche. Sono risorte così la navata centrale, quella di destra, il transetto destro, il tamburo, la cupola e la lanterna. Ma non solo: tagliati e ricostruiti secondo le tecniche antisismiche anche i pilastri di sinistra, quelli risparmiati dal crollo del 1996. Domani, finalmente, Noto potrà riscoprire la sua cattedrale.

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