LA MAXI INCHIESTA SUL MOTEL DI POZZALLO. IL GUP DI MODICA PROSCIOGLIE GLI IMPUTATI

Proscioglimento dalle accuse con formula piena. Il fatto non sussiste. Così ha sentenziato ieri il Giudice per le Udienze Preliminari del Tribunale di Modica, deliberando sulla vicenda relativa al doppio sequestro del Motel di Pozzallo(dopo il primo provvedimento di dissequestro disposto dal Tribunale della Libertà di Ragusa). La struttura, in atto, è sottoposta a sequestro, eseguito dalla polizia di Modica. Il primo sequestro era avvenuto nel dicembre 2005. Dopo circa venti giorni il Tribunale della Libertà ne aveva disposto il dissequestro ritenendo fondato il ricorso presentato dai titolari della struttura ricettiva che si trova alla periferia di Pozzallo. Qualche giorno dopo era sopraggiunto il nuovo deliberato della magistratura modicana a firma del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Modica, Michele Palazzolo. Nella vicenda risultavano indagate otto persone, vale a dire quattro appartenenti all’Ufficio Tecnico del Comune di Pozzallo, il dirigente facente funzioni, G.M., che, per l’occasione, aveva sostituito un collega assente, i due gestori dello stesso impianto alberghiero ed il legale rappresentante dell’originaria proprietà. L’indagine sarebbe cominciata già nel 2000 quando a Palazzo La Pira, sede del Municipio, fu inoltrata istanza per procedere al cambio di destinazione dell’edificio che si trova sulla strada provinciale Modica-Pozzallo, nei pressi di Contrada Danieli, e che originariamente era utilizzata come sede per gli uffici di una fabbrica di ceramiche e piastrelle di proprietà della Ceam, una società modicana. Qualche anno fa era stata acquistata dai fratelli Ragusa, pozzallesi, per adibirla, per l’appunto, ad albergo. Conseguentemente i due germani avevano provveduto al cambio di destinazione di fatto dell’immobile. Secondo i periti nominati dalla magistratura modicana sarebbe emerso che la zona “D 2” in cui l’immobile sorge, definita “mista artigianale ed agro-industriale” non rientrerebbe nella fascia prevista per le strutture di natura ricettiva che, invece, avrebbero dovuto essere autorizzate esclusivamente in zone “C” e “CT !”, aree ad espansione turistico-ricettiva”. I Ragusa, che erano patrocinati dall’avvocato Salvatore Campanella, avevano chiesto di essere giudicati con l’abbreviato. In ogni modo anche per loro è scattata l’assoluzione.

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