MODICA. PROCESSO “TRATTA DELLE POLACCHE”. SFILZA DI ECCEZIONI DELL’AVVOCATO TRANTINO

Sfilza di eccezioni sollevate e meticolosamente motivate dal difensore del principale imputato nel processo della cosiddetta “la tratta delle polacche” in corso davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica(Giovanna Scibilia, presidente, Patricia Di Marco e Maurizio Rubino, a latere). L’avvocato Enrico Trantino, che patrocina il modicano Marco Tumino, 48 anni, ha, in buona sostanza, anticipato una parte della sua arringa, dopo la testimonianza di altre tre vittime che hanno rievocato i fatti oggetto del procedimento. In particolare le eccezioni hanno riguardato la questione del riconoscimento dell’imputato, puntando sulla confusione emersa nel corso di alcune testimonianze, sull’abbigliamento che l’uomo portava. Il processo riguarda i reati di violenza sessuale, sequestro di persona ed estorsione e vede imputato, oltre al Tumino anche il ragusano Marco Guerrieri, 42 anni, difeso dall’avvocato Maria Platania del Foro di Ragusa. I due imputati, nella fase preliminare, erano stati prosciolti dal Gup dall’associazione per delinquere e dal favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Resta un’ultima udienza, quella del 23 maggio prossimo per concludere il dibattimento, poi ci saranno le conclusioni. I due furono arrestati dalla polizia nel mese di settembre del 2004, perché, secondo l’accusa, avrebbero fatto giungere clandestinamente in provincia di Ragusa le donne polacche per farle assumere come badanti presso famiglie di Modica o del capoluogo ibleo. Due polacche, Anita Baber e Barbara Novec, denunciate a piede libero, ritenute complici degli imputati, furono prosciolte dal Gup da tutti i capi d’imputazione. Tumino sostiene di avere sottoscritto con le lavoratrici un regolare contratto in doppia lingua, con il quale era assunto l’impegno di operare come badanti dietro compensi che andavano da 520 e fino oltre le 700 euro il mese. L’imputato avrebbe percepito una percentuale di 50 euro mensili.

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