MODICA. LINEA MAI ATTIVATA: “LA TELECOM DEVE RISARCIRE”

La Telecom promette, incassa ma non attiva la linea telefonica. Il giudice monocratico del Tribunale di Modica, in sessione civile, Marco Ciraolo, condanna la società. Si è conclusa in questi termini la lunga vicenda che ha visto quale vittima Giuseppa Passarello, titolare di un’azienda agrituristica modicana, che il 20 febbraio del 2002 aveva chiesto l’attivazione della linea telefonica a servizio della propria azienda. Nel dicembre dello stesso anno la Telecom Italia comunicò l’accettazione della proposta contrattuale, assicurando che avrebbe provveduto all’attivazione del servizio entro il 20 maggio successivo, facendo presente, comunque, che il contratto comportava la costruzione del tratto di linea oltre il perimetro abitato, perciò chiedeva per mezzo di versamento su conto corrente, entro il 20 dicembre 2002, l’importo di oltre 2500 euro che l’imprenditrice versò il 25 marzo successivo. “La mia assistita – dice l’avvocato Salvatore Campanella, che ha patrocinato in giudizio la Passarello – ha corrisposto ulteriori 297 euro a titolo di maggior contributo per l’attivazione della linea telefonica e di anticipo canoni di abbonamento sino a dicembre 2003 mentre Telecom ci indicava una nuova data di attivazione della rete fissa per il 18 giugno 2003. La signora ha continuato a pagare i successivi canoni di abbonamento perché le venivano recapitate le diverse fatture”. A distanza di cinque anni l’impianto presso l’azienda agrituristica non è stato ancora attivato(il contratto predisposto dall’ente telefonico prevedeva l’attivazione in un tempo massimo di 10 giorni, fatti salvi i casi di eccezionale difficoltà tecnica). “E’ chiaro – aggiunge Campanella – i danni all’immagine subito dall’azienda e lo sviamento della clientela che non riusciva a raggiungere per le prenotazioni anche perché nella località dove è ubicato l’agriturismo non c’è una buona ricezione con la rete mobile”. In conclusione, il giudice ha condannato Telecom Italia, che è stata difesa dall’avvocato Giovanni Molè, all’allacciamento della linea e dell’utenza telefonica fissa in favore dell’azienda agrituristica, al pagamento in favore dell’imprenditrice della somma corrispondente alla misura del 50 per cento del canone mensile, per ogni giorno lavorativo, ovvero con esclusione delle sole domeniche, a decorrere dal 29 giugno 2003 sino alla concreta attivazione dell’utenza. La società telefonica, inoltre, è stata condannata a rifondere le spese di lite in favore della donna per complessivi duemila euro.

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